Riapre la biblioteca dei Girolamini. E’ questo tra gli appuntamenti della settimana della Fai, ma non è l’unico. Si può optare per una discesa da brivido nelle Catacombe di San Gaudioso, a Napoli, sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, con i teschi dei nobili defunti a fare capoccella sopra gli affreschi dei loro corpi riccamente vestiti, e quella scritta, "Mihi heri tibi hodie" ('Ieri a me, oggi a te') che non lascia spazio a illusioni. O preferire lo sfarzo mondano della Villa del Cardinale, vicino a Perugia, con i suoi soffitti affrescati e il grande parco, così ricco da essere ancora oggi oggetto di studi. Oppure offrirsi un salto all'indietro nel tempo con l'area megalitica di Saint- Martin-de-Corléans e i resti monumentali di una civiltà del III millennio a.C.
Tornano il 19 e 20 marzo le Giornate Fai di Primavera e le occasioni sono tantissime, con oltre 900 visite straordinarie, da Nord al Sud in 380 luoghi d'Italia. "Valorizzare questa Italia e farla conoscere anche al turismo internazionale è importante, anzi, in tempi di affollamento sempre di più un'esigenza", sottolinea il ministro della cultura Franceschini.
E il sostegno arriva anche dalla Rai che per la seconda volta mette in campo un'intera settimana di palinsesto, con una maratona tv che dal 14 al 20 marzo, in concomitanza con la raccolta fondi e la campagna di iscrizioni Fai, attraverserà reti, testate e canali per promuovere la partecipazione dei cittadini alla scoperta del patrimonio. "Per noi è servizio pubblico", spiega la presidente Monica Maggioni, sottolineando che l'azienda ha deciso anche "220 passaggi" dei due spot dedicati all'iniziativa con lo slogan "Insieme cambiamo l'Italia". "Ci siamo e ci saremo anche negli anni futuri", assicura.
Dal Fai, Marco Magnifico apprezza, e rilancia sulla campagna di abbonamenti, "Ogni iscrizione verrà trasformata in tegole in più e restauri necessari", assicura il vicepresidente esecutivo.
Iscriversi al Fai, del resto, garantirà anche nelle due Giornate di Primavera qualche diritto in più, come le aperture riservate della Biblioteca dei Girolamini a Napoli, sotto sequestro dal 2012 dopo il saccheggio che la devastò depredando i suoi scaffali di oltre 4mila preziosissimi volumi. O quella dei depositi Sing Sing del Museo Archeologico Nazionale, sempre a Napoli, con le sue 'celle' zeppe di bronzi, vetri e porcellane provenienti dagli scavi delle aree vesuviane. Riservata agli iscritti Fai (ma ci si può iscrivere anche sul posto) anche la visita del neorinascimentale Palazzo Turati di Milano con la sua stupefacente Sala di Flora, tappezzata di velluto di seta e affrescata da Mosé Bianchi. Ma anche per chi non si iscrive c'è l'imbarazzo della scelta, dalla visita in esclusiva ad Aosta (in attesa dell'apertura ufficiale nei prossimi mesi) dell'Area Megalitica scoperta nel 1969 e mai aperta al pubblico, alla scoperta, a Matera, della Chiesa di Santa Maria della Valle, la più antica chiesa rupestre della città, chiusa da innumerevoli anni. A Roma, per esempio, apre le porte l'Istituto storico e di cultura dell'Arma del Genio, con una ridda di cimeli, modelli, plastici, persino il monoplano Bleriot XI che volò in Libia nel 1911, e un particolarissimo macchinario dotato di 'grandi orecchie' che veniva usato al fronte per avvertire in anticipo l'arrivo dell'aviazione nemica. E non solo. Perché tra le possibilità ci sono interi itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta attraverso, parchi, borghi, villaggi industriali. A La Spezia, nel deposito della Fondazione Ferrovie, ci si potrà anche sedere al tavolo di un'antica carrozza ristorante e gustare lo stesso menù offerto ai viaggiatori degli anni Venti. Tra le curiosità vale una visita anche la Stazione ferroviaria di Milano: nella sala Reale c'è un parquet con le svastiche che Mussolini aveva fatto montare in vista di uno storico incontro con Hitler.
Tant'è, fra un tesoro e una meraviglia, qualche apertura serve anche per aiutare i restauri, come per la Villa Zanelli di Savona, gioiello liberty a picco sul mare. O per denunciare le condizioni, come per la favolosa Cripta normanna della cattedrale di Messina, che era stata riaperta nel 2007 e oggi, dice Magnifico, "è di nuovo un deposito".