GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2024




L'intervento

Renzi lascia il Pd, Corrado: "Il rischio è di tornare al passato, ora scaldiamo un partito ancora troppo inospitale"

L'ex segretario di Castellammare: "Spesso insieme di correnti, di notabili con piccoli centri di potere"

di Redazione
Renzi lascia il Pd, Corrado:

L'intervento dell'ex segretario del Pd di Castellammare, attualmente componente dell'Assemblea Nazionale dei democratici:

La nuova sfida. Renzi è andato via e con un sorriso sulle labbra ci ha spiegato che questo atto politico è un bene per tutti, anche per il PD. Io penso, senza giri di parole e tatticismi, che la sua analisi sia semplicistica e sbagliata e nasconde l’obiettivo pericoloso di trasformare la geometria dell’attuale sistema politico maggioritario, già messo a dura prova da 10 anni di governi “emergenziali”, con il ritorno esplicito alla dialettica della Prima Repubblica: legge elettorale proporzionale, proliferazione dei partiti, accordi di governo che si fanno in Parlamento dopo il voto. Il PD, nel 2007, con un grande slancio di generosità da parte delle grandi tradizioni culturali riformiste del Paese, è nato per superare tutto questo, per andare avanti, per costruire uno dei due pilastri necessari ad una democrazia dell’alternanza, moderna e capace di assicurare un bene prezioso: la governabilità dell’Italia.

Quindi il rischio è di tornare indietro di 30 anni, di affrontare il bisogno di futuro con un ritorno “camuffato” al passato: quello delle continue crisi di governo, dei rimpasti, del manuale Cencelli, delle battaglie elettorali per avere lo 0,% in più, dei veti incrociati, dell’immobilismo Istituzionale.

In questo quadro il PD non deve smarrire le ragioni profonde per cui è nato, unire TUTTE le culture riformiste in un grande partito a vocazione maggioritaria, con una Leadership chiara e forte ed un programma di profonda innovazione della società e del Paese.

Ma per fare questo tutto questo, per ritrovare la nostra strada, dobbiamo cambiare profondamente noi stessi, la nostra struttura organizzativa, il nostro modo di essere sui territori, la nostra capacità di comprendere sentimenti, istanze, disagi, dolori, speranze, di milioni di giovani, che hanno paura finanche di “immaginarsi” proiettati nel futuro e vivono in un “continuo” presente senza cuore e senza ottimismo.

La vera sfida è conquistare loro, semplicemente perché loro, quei giovani, sono il Futuro e senza di loro il PD troppo spesso è un insieme di correnti, di notabili, di piccoli centri di potere funzionali alla sopravvivenza di un ceto politico senza idee e visione.

Penso che Nicola Zingaretti abbia la forza intellettuale e la liberà di pensiero per aprire e guidare questo processo “necessario”, ma molto, moltissimo, dipenderà da tutti noi, dalla capacità e dalla voglia di aprire il partito, quartiere per quartiere, città per città, a tante ragazze e a tanti ragazzi che hanno dentro di loro un fuoco che arde, alimentato da un bisogno insopprimibile di giustizia e di libertà.

La vera sfida che abbiamo davanti è recuperare quel fuoco, per riscaldare un partito ancora troppo freddo ed inospitale.

 


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22-09-2019 17:00:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA