LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Lo scippo

Reggia di Quisisana, schiaffo a Castellammare: la scuola di archeologia va a Scafati

A sollevare il caso i consiglieri Vozza e Zingone: "Pannullo intervenga immediatamente"

di Redazione
Reggia di Quisisana, schiaffo a Castellammare: la scuola di archeologia va a Scafati

La scuola di specializzazione in archeologia va a Scafati. Uno scippo rispetto agli impegni sottoscritti che prevedevano si inaugurasse a Castellammare nella Reggia di Quisisana. Senza una mission Il Palazzo Reale rischia di diventare una patata bollente. Il caso sollevato ieri dai consiglieri di opposizione Salvatore Vozza e Alessandro Zingone. La preoccupazione più forte è che la residenza dei Borbone dopo un restauro realizzato con soldi pubblici resti chiusa e quindi riconsegnata ad un destino di degrado, alla portata di atti vandalici e saccheggi.  “Perché  non si firma la convenzione con la Soprintendenza archeologica di Pompei per la Reggia di Quisisana?” E’ questa la domanda pressante di un’interrogazione urgente a firma dell’opposizione. Considerato lo scarso interesse di Osanna per la questione Reggia, i due consiglieri chiedono a Pannullo di prendere l’iniziativa per ottenere al più presto risposte. Quale iniziativa l’Amministrazione comunale intende urgentemente mettere in campo, a partire dalla convocazione di un consiglio comunale aperto al quale invitare a partecipare lo stesso soprintendente Osanna, perché – pur apprezzando l’iniziativa di aprire a Scafati una scuola post-laurea in archeologia nell’ottica dello sviluppo integrato territoriale – tale iniziativa prevista nel Polverificio borbonico non annulli – di fatto – l’impegno del Mibact e della Soprintendenza archeologica di Pompei di aprire a Quisisana una Scuola di alta formazione, così come previsto dal finanziamento Cipe del 1999 e da tutti i successivi atti e accordi sottoscritti”. Il riferimento è ad un’intervista dello stesso Soprintendente pubblicata il 18 settembre sul quotidiano La Repubblica, nella quale Massimo Osanna dichiara di volerla collocare nel Polverificio borbonico di Scafati a pochi chilometri da Pompei.  Una decisione – spiegano i consiglieri comunali Zingone e Vozza, che rischia di far passare in secondo piano la Reggia di Quisisana. Senza dimenticare che il restauro del Palazzo reale di Quisisana, di proprietà comunale,  è stato finanziato con deliberazione CIPE n. 162 del 6 agosto 1999 per un importo di 19.665.000,00 euro, al fine di ospitare una Scuola di alta formazione in restauro e la nuova sede del museo statale “Antiquarium stabiano” di Castellammare di Stabia, chiuso dal 1997. Andrebbe così in fumo un lungo lavoro fatto di accordi e riunioni operative in questi anni. Fino all’agosto del 2015 quando proprio il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in un’intervista al Corriere della Sera a dichiarare di voler istituire grazie alla disponibilità di 6 milioni di euro una Scuola del Patrimonio aperta sia agli studenti italiani che abbiano già concluso l’iter universitario (laurea più master) che a studenti stranieri, aggiungendo: “Abbiamo individuato la sede, la Reggia borbonica di Quisisana a Castellammare di Stabia, ripristinata da poco tempo e inutilizzata. Pensiamo a una scuola che si basi su alcuni piloni formativi: la tutela, il restauro, la valorizzazione, una sezione dedicata all’archeologia in collaborazione con la prestigiosa Scuola archeologica di Atene. La vicinanza della reggia con Pompei realizzerà un asse con le nostre eccellenze in quel campo. Nasceranno nuove professionalità nel nostro Paese”. Poi la doccia gelata di questi giorni e si riapre il caso Reggia di Quisisana. Uno schiaffo a Castellammare.

 


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20-09-2016 11:01:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA