Svaligiavano le case mentre i proprietari dormivano. La banda composta da uomini dell'Est era sempre riuscita a farla franca, anche quando, due anni fa, due di loro furono azzannati da un cane pitbull a guardia di una casa di Pompei. Nonostante le ferite per le quali furono costretti ad abbandonare anche gli attrezzi per lo scasso, dopo avere utilizzato un cacciavite per ferire al volto il proprietario della casa, fuggirono facendo perdere le proprie tracce. Ma a distanza di circa due anni, è stato il dna delle tracce di sangue trovate sul luogo della ''rapina impropria'' a inchiodarli.
I carabinieri di Pompei erano intervenuti a novembre del 2015 in un'abitazione in cui padre e figlia si erano trovati di fronte i ladri con i quali ingaggiarono una colluttazione. Un pitbull aveva preso parte al parapiglia, inseguendo e azzannando i malviventi che furono costretti a una rocambolesca fuga dalla finestra dell'abitazione. Sul luogo della colluttazione i carabinieri rilevarono le tracce di sangue di Jakimi Ardit classe 1992, che oggi è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di Poggioreale, dove risulta detenuto in quanto responsabile di altro reato simile.
Il secondo autore del tentato furto è Xheleka Lefter classe 1986, che risulta tuttora ricercato. Sono entrambi di nazionalità albanese e pluripregiudicati.
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