Una sentenza arrivata dopo ventidue anni. Un'inchiesta con fascicoli che hanno viaggiato da Torre Annunziata fino in Veneto prima di giungere al vedetto. ll Tribunale di Padova ha condannato a un anno e 8 mesi, e a 300 euro di multa, Roberto Agnello, un uomo di 47 anni di Torre Annunziata, per una rapina commessa a Piove di Sacco il 25 aprile del 1996 portando via da una gioielleria 600 milioni di lire. Un record rispetto alla lentezza già fin troppo nota della giustizia italiana. Una condanna in primo grado giunta quindi a quasi 22 anni dai fatti.
Il ritardo è dovuto ad una serie di lungaggini burocratiche dovute al fatto che l'indagine principale era stata condotta a Torre Annunziata, dove Agnello e la banda che agiva con lui in vari posti d'Italia era stata indagata. Ad incastrare l'uomo, collegandolo alla rapina del Piovese, era stata un'intercettazione, trasmessa poi alla Procura di Padova. Fra un ricorso e l'altro, per l'utilizzo di quelle frasi da portare a dibattimento, si è infine partiti con un processo a Padova alcuni anni fa. Agnello era così già stato condannato in primo grado, ma la Corte d'Appello di Venezia aveva azzerato la sentenza e rimandato il processo ad una diversa composizione del collegio padovano, che oggi ha espresso la sentenza di condanna.
L'uomo si trova già in carcere per altri reati.
La mattina del 25 ottobre del 1996 in quattro tesero l'agguato alla gioielleria "Idea d'Oro" in piazza Vittorio Emanuele, a Piove di Sacco. I rapinatori, armati, costrinsero il proprietario a chiudersi in bagno, mentre razziavano il negozio.
Il bottino fu di 600 milioni di lire.
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