Circa 400 anni prima dell'eruzione del Vesuvio che coprì Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia erano i Sanniti a vivere - e morire - nella opulenta valle del vulcano. A testimoniarlo è lo scheletro di un giovane uomo, deposto in una tomba fuori le mura della città antica, scoperto circa tre giorni fa durante uno scavo effettuato nell'ambito della campagna di ricerca a Porta Ercolano, a Pompei, in collaborazione tra la Soprintendenza, l'École francaise de Rome, il Centre Jean Bérard e il Cnrs, a un anno dalla scoperta di una tomba di età sannitica, proprio nella stessa necropoli.
Il ritrovamento è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stata anche illustrata la scoperta dei resti umani di cinque giovani che hanno tentato di sfuggire alla devastante eruzione del 79 d.C.
La tomba funeraria trovata tre giorni fa è composta da una cassa in lastre di calcare del IV secolo avanti Cristo, con corredo funerario completo, composto da sei vasi di vernice nera, che si aggiunge alle rare testimonianze funerarie di età preromanica.
La scoperta della nuova tomba sannitica e del suo sorprendente contenuto, è la terza nella necropoli che sorgeva in prossimità di un importante insediamento artigiano dell'antica Pompei. Ora, però, gli studiosi dovranno rispondere a ulteriori interrogativi sulla organizzazione, gestione e trasformazione, di questo intreccio tra spazio funerario e commerciale nell'area suburbana di Porta Ercolano.
Un anno fa, nella stessa area, fu ritrovata la tomba di una donna adulta, di circa 42 anni. Il corredo funerario della donna sannitica era composto anche da un vaso al cui interno vi erano sedimenti di vino, il che fa ipotizzare che, a differenza della cultura greca che vietava il vino alle donne, quella sannitica consentiva alle signore di potere gustare il nettare degli dei proprio come facevano gli uomini.
I resti del giovane uomo rivelano che si trattava di un adulto con più di 20 anni di età, molto alto, e anche robusto.
Gli oggetti che lo circondano sono eleganti per le forme e i colori, ma non decorati, a distinguere il gusto dei corredi maschili da quelli femminili.
Purtroppo, i visitatori non potranno vedere lo scheletro del ventenne sannita, perché gli studiosi dovranno prelevare i resti di quest'uomo di circa 2400 anni fa e studiarlo minuziosamente.
Si capirà, quindi, che cosa lo ha portato alla morte in età così giovane, se fu seppellito con abiti (solitamente i sanniti portavano vistose cinture) che cosa mangiava abitualmente e, ancora, se fosse imparentato con la donna ritrovata un anno fa nella stessa necropoli.
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere