Hanno tutti le mascherine. Medici e infermieri dietro una porta a cui è affisso un cartello “Chiuso”. Le ambulanze con i pazienti che arrivano al pronto soccorso del San Leonardo devono fare retromarcia e correre verso altri ospedali. “Si entra a proprio rischio” dicono i dipendenti della struttura sanitaria stabiesi da dietro al vetro dell’accettazione. Si attende la bonifica della stanza in cui è morto un ragazzo di 18 anni e naturalmente del corridoio in cui a volte i pazienti sostano anche ore prima di essere assistiti. A fare scattare l’allarme è la causa della morte del giovane: sospetta meningite. Immediatamente scatta la chiusura del pronto soccorso per ragioni di sicurezza e per avviare la profilassi.Anche se tecnicamente non può definirsi chiuso e chi volesse farsi ricoverare potrebbe farlo assumendosi i rischi delle conseuguenze. Il ragazzo è arrivato da Agerola già grave ed è morto nel pomeriggio senza che i medici riuscissero a diagnosticargli la patologia. Nel giro di un’ora il servizio dovrebbe riprendere, ma nel frattempo manca una comunicazione ufficiale dai vertici dell’azienda e del reparto. In questo momento si sta isolando il percorso seguito dal ragazzo. Tutti quelli che erano nel pronto soccorso debbono effettuare la profilassi, sperando che nel frattempo non arrivi un paziente in pericolo di vita. Le ambulanze vengono temporaneamente dirottate verso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento e il nosocomio di Boscotrecase. Ma nel reparto c’è molta preoccupazione tra medici e infermieri.