Il pronto soccorso del San Leonardo è un ospedale al collasso, o meglio, è collassato. Il reparto del nosocomio stabiese, messo alle corde ieri sera da una folata emergenziale come non accadeva da tempo, ha dovuto gettare la spugna cercando, con le pochissime unità in campo, di fronteggiare oltre 80 utenti. Questo day after somiglia, a tratti, a quello registratosi quando si verificò il caso di meningite. E le vittime sono sempre le stesse: gli utenti. Ogni volta più scoraggiati, ogni volta più scettici verso un sistema sanitario pubblico inadeguato. Nonostante le criticità, nonostante si ritenga scarso il livello assistenziale, tuttavia, il pronto soccorso viene comunque scelto da una platea diventata sconfinata che, nel caso di ieri, proveniva da Piano di Sorrento a Torre del Greco, passando per Boscotrecase e i monti lattari. Poche le persone di Castellammare. Per mettere al tappeto il pronto soccorso sono bastati poco più di 60 minuti.Dalle 14,00 alle 15,00, un’ondata fra codici verdi, gialli e, fortunatamente, pochissimi rossi, ha intasato quello che dovrebbe essere una sorta di triage. Per chiamarlo così veramente, però, servirebbero lavori strutturali dei quali non si vede nemmeno la traccia. Ad eseguire ogni accertamento solo quattro infermieri e tre dottori di cui uno ha dovuto lasciare il suo di reparto: medicina d’urgenza. Poco ha potuto fare il servizio di vigilanza del quale, da tempo, la direzione chiede alla Asl uno potenziamento. E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri per sedare e controllare i pazienti ma, soprattutto, gli accompagnatori che, poco prima, avevano forzato l’ingresso del reparto sfiorando la rissa. Delle oltre ottanta persone, di cui cinque trasportati con l’ambulanza, ne sono stati ricoverati circa otto. Tre sono in gravi condizioni in quanto accusano problemi cardio respiratori. Stando le condizioni attuali dell’ospedale stabiese, questo tipo di emergenza può verificarsi sempre in quanto non esistono, ad oggi, i presupposti di un cambiamento di rotta. Un cambiamento che dovrebbe iniziare dall’ampliamento delle unità in campo. Chi era presente ieri racconta che sono state recuperate in ogni stanza delle sedie per far accomodare i pazienti al fine di non abbandonarli ed evitare casi analoghi a quelli del reparto di Nola. Ad oggi, si va avanti così: con due medici e quattro infermieri per turno. Questo è il massimo che il pronto soccorso del San Leonardo può offrire e, naturalmente, le richieste di ferie sono bloccate. In due mesi sono state perse otto unità fra specialisti non prorogati e avvisisti che hanno optato per altre destinazioni. Ma soprattutto non si riesce ancora a sbloccare, in Regione, un concorso per problematiche relativi ai commissariamenti. Questo è il pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare: un reparto dei paradossi. Sovraffollato ma carente. Vituperato ma costantemente scelto.