Un nuovo percorso nell'antica Pompei che porta al bellissimo affresco di Leda e il cigno. E ancora le grandi terme centrali, che l’eruzione del 79 d. C ha seppellito in una fase ancora di cantiere, spazio fascinoso e insieme ricchissimo di novità per la storia, chiuso da decenni al pubblico. Sono di nuovo visitabili tesori di Pompei a lungo negati. Anche il lusso e le meraviglie della casa degli amorini dorati, che riapre dopo mesi di necessarie manutenzioni, è in un itinerario di nuovo disponibile per gli amanti della storia. E in fine il mai visto, con l’intrigante sensualità di Leda e il cigno, l’immagine forse più iconica di una stagione di lavori per la messa in sicurezza, che è stata anche generosissima di nuovi ritrovamenti. La domus di Leda e il cigno, uno dei ritrovamenti recenti e più suggestivi degli scavi alla Regio V e, a seguito dei recenti restauri, il complesso delle Terme Centrali, mai finora accessibile. In uno degli ambienti di ingresso delle Terme è visibile il calco dello scheletro del bambino rinvenuto durante i lavori. La riapertura di via del Vesuvio, al termine degli interventi di messa in sicurezza dei fronti di scavo che stanno interessando tre chilometri di perimetro che costeggia l’area non scavata dell’antica città, nell’ambito del Grande Progetto Pompei, torna fruibile al pubblico un’ampia zona degli scavi. Pompei festeggia così l’uscita dalla emergenza aprendo nuove possibilità di visita. E per il direttore Massimo Osanna, al suo secondo mandato, è anche il momento per una prima riflessione sulla ricerca affidata ad un libro (Pompei e il tempo ritrovato, Rizzoli) che “ha un impianto scientifico ma sceglie volutamente un linguaggio accessibile a tutti”. un impegno corale, dice, “trasmesso attraverso la mia voce, Pompei “è un sistema di relazioni, un fluire incessante di cambiamenti, un laboratorio di sperimentazioni, emozioni e di conoscenza".
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