Son due giorni, che nel mondo del calcio, si parla solo dell'ammutnamento dei calciatori del Napoli che si sono ribellati al ritiro "non punitivo" deciso da De Laurentiis.
Una scelta quella dei calciatori in maglia azzurra forte, mai accaduta prima d'oggi in un club nostrano.
Una scelta che mette a nudo un re già nudo da tempo almeno per la tifoseria estrema ma anche per molti degli addetti ai lavori, che quando devono discutere di contratti con il patron del Napoli fuggono, ecco allora che spiega come mai negli anni nessun top player sia giunto all'ombra del Vesuvio, dove invece sono sbarcati tanti giovanotti di belle speranze in attesa di consacrazione.
Diciamo che fino a martedì sera a De Laurentiis era andata sempre bene, poi però all'ennesimo strattone forte, la corda si è rotta e così si è scoperchiato il pentolone del malcontento che covava da tempo.
Difficile da fuori dare giudizi ma alcune fatti sembrano emergere dalle mezze parole che escono dalla tempesta in atto a Castelvolturno; così proviamo a mettere in fila dei ragionamenti.
Gestione tecnica
I giocatori non accettano il troppo spazio che Carlo Ancelotti riserva al figlio Davide suo vice; del resto il ruolo di un vice è quello di fare da cuscinetto con l'allenatore, a questo punto la domanda è spontanea: come può un calciatore dire al figlio che il padre lo sta snaturando da quelle che sono le sue caratteristiche e così via?
Ecco allora che la questione tecnica prende peso. Poi aggiungi turnover spinto, giocatori fuori ruolo, moduli tattici e mentalità di approccio alla gara, e dulcis in fundo contratti in scadenza o prolungamenti rimandati e tutto trova una spiegazione più concreta, come buona pace delle dichiarazioni di facciata.
Gestione societaria
Il calcio romantico è il mecenatismo è finito da tempo, e a Napoli bisogna dire grazie a De Laurentiis che dopo aver preso la società dal fallimmento l'ha condotta in pianta stabile in Champions.
Ma oggi l'uomo solo al comando non basta se non ha il portafoglio come quello di Agnelli, la piazza vuole vincere e non vivere dei ricordi del Napoli di Maradona.
Ecco allora che al patron si chiede chiarezza. Dica dove può e dove non può arrivare e tutti felice e "scontenti", visto che lui continuerà a gestire la società calcistica come quella cinematografica a partire da contratti e diritti d'immagine, che spesso hanno impedito l'arrivo a Napoli dei top player.
Gestione calciatori
Il tasto dolente, che ha fatto scoperchiare tutto. Sei bravo, hai fortuna, riesci a comprare bene e fare plusvalenze da far invidia, bene fai pure ma senza mercanteggiare e soprattutto fallo con chiarezza, senza creare alibi.
Al presidente si chiede una presa di posizione sui contratti in scadenza e sui rinnovi in itinere, se non lo fa o peggio lo lascia nell'area dell'alea, è chiaro che poi sul campo si corre il rischio di avere qualche giocatore oltre che fuori ruolo anche "distratto" dalle voci sul suo futuro.
Con questo scenario, sarà diffcile che le fratture si ricompongano senza lasciare i segni, e sarà già un successo se a fine stagione la squadra raggiungerà il traguardo Champions.