Non si è fermato fino a quando non è accaduto l'irreparabile. Del resto non era la prima volta che la picchiava. Solo due settimane fa la sua compagna andò in ospedale per farsi medicare ma non raccontò cosa le era davvero successo. Ieri sera, l'ennesima aggressione dagli esiti ancora più drammatici visto che le botte hanno causato la morte del feto di 5 mesi che era in grembo alla sua compagna. Finisce così, con un aborto, l'ennesima storia di violenza sulle donne.
Ma finisce anche con una denuncia, la prima che la vittima ha presentato. E con un arresto.
I due si erano conosciuti sulla piccola Procida otto mesi fa. Lui, 45 anni, incensurato e proprietario di alcuni campi di calcetto, lei 38 anni, sull'isola per lavoro. Si sono innamorati, sono andati a vivere insieme e lei è rimasta incinta. Un rapporto, il loro, però pieno di violenza. Due mesi fa la donna fu picchiata, e ancora due settimane fa ma lei non lo aveva mai denunciato. A far scattare la furia dell'uomo, secondo quanto al momento accertato dai carabinieri, forse la sua gelosia. La donna, secondo il suo compagno, era rimasta troppo tempo con i suoi genitori, che non vivono a Procida. E così al suo ritorno ha deciso di 'punirla'. Lo ha fatto ieri sera nella sua abitazione, in via Giovanni da Procida. Botte che questa volta le hanno fatto perdere un bambino che portava in grembo e sono state oggetto di una denuncia. La donna ha infatti chiamato il 112, ha chiesto aiuto e ha fatto scattare l'arresto con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e interruzione di gravidanza.
Purtroppo per il feto non c'è stato nulla da fare: nonostante la corsa in ospedale, i primi sospetti che il bimbo potesse aver perso la vita, il trasferimento in idroambulanza avvenuto alle 19,00 con partenza dal porto di Marina Grande di Procida e l'altra corsa verso il pronto soccorso di Pozzuoli dove la donna è arrivata alle 20.30. I medici, ieri sera, hanno subito ricoverato la donna nell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli: una notte in osservazione e stamattina la decisione di procedere all'aspirazione del feto e quindi all'aborto terapeutico.
Un'aggressione, quella di Procida, che arriva a poche ore da un'altra verificatasi a Napoli dove un uomo, l'altro giorno, ha prima scaraventato a terra la figlia di 4 anni e poi ha iniziato a picchiare la compagna, proprio accanto alla panchina simbolo della lotta alla violenza sulle donne.
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