LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Pestò dj per imporre la legge dei D'Alessandro nella movida, condannato

Cinque anni di reclusione al ventunne Peppe Esposito

di Redazione
Pestò dj per imporre la legge dei D'Alessandro nella movida, condannato

Le mani dei D'Alessandro sulla movida in penisola sorrentina. Piu' inchieste stanno svelando gli interessi del clan di Castellammare nel mondo della notte in costiera sorrentina. E arriva la prima condanna di Giuseppe Esposito, cuoco con la passione per la musica ed emissario della cosca di Scanzano per dettare legge in discoteche e locali. Cinque anni di reclusione dovrà scontare il ventunne di Piano di Sorrento che si voleva accreditare come l'uomo di Nino Spagnuolo, il ras di Castellammare che comandava nel settore della movida stabiese e sorrentina. Esposito, insieme a dei complici, ha aggredito un dj la notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi.
Un anno fa in quattro, con il volto travisato, si sono scagliati con calci, pugni e anche con colpi di casco contro la loro vittima che faceva concorrenza agli uomini del clan. "Fai la prima e l'ultima serata, tu per fare le serate devi chiedere il permesso". È il messaggio arrivato alla vittima accompagnato dal pestaggio.
Peppone Esposito è in carcere da novembre scorso, con l’accusa di tentata estorsione aggravata e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso. 

Esposito, identificato anche attraverso le foto su FB e, soprattutto da un tatuaggio al polso, si spacciava, pur non essendolo, per parente di un elemento di spicco del clan D’Alessandro: si tratta di Massimo Terminiello, attualmente in carcere, al quale effettivamente era legato ma non da vincoli di parentela. Sui social, infatti, aveva postato immagini fortemente rappresentanti l’affinità con “zio Massimo”, così lo chiamava.

E questo vincolo con il braccio destro di Nino Spagnuolo, 44 anni ex reggente del clan D’Alessandro, lo usava senza remore: “io appartengo a Terminiello Massimo, sono il nipote, sta tutto in mano a noi altrimenti vengo sino sotto casa e ti scasso di mazzate”. 
Una minaccia poi tradotta in un'aggressione che è costata al ventunenne una condanna a cinque anni di carcere.


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

22-05-2022 11:19:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA