GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




La kermesse

Perchè Sanremo è Sanremo

Al via questa sera la 73a edizione del Festival della Canzone Italiana

di Biagio Vanacore
Perchè Sanremo è Sanremo

Bisogna esserci stati almeno una volta nella vita per poterne parlare con cognizione di causa; bisogna esserci stati ed aver respirare nell'aria sanremese i profumi e le diversità di tanta gente nei giorni del Festival, solo così si può capire cosa significa la festa della Canzone Italiana che a dispetto dei suoi anni, prova a rinnovarsi per essere al passo con i tempi.

Bisogna esserci stati per vedere i colori di un mondo che non è solo piume lustrini e paillettes, un mondo dove nel tempo qualcuno da Tenco a Dalla, da Mina a Celentano fino ai Maleskin, ci ha creduto, e dove forse, qualcuno ci crederà ancora, a prescindere dagli spettacoli del momento che durano il tempo di una primavera.

Bisogna esserci stati per sentire i suoni e le melodie della nostra musica che si sfida, e poco importa se dietro c'è il business, perchè alla fine, per molti, contano ancora i cantanti e la loro capacità di spaccare lo schermo ed entrare con i vestiti dello show nelle nostre case.

Bisogna esserci stati per capire i mille volti di una città di provincia come Sanremo, capace di trasformare un'idea in un business che si rinnova anno dopo anno da oltre 70 anni, ma che alla fine resiste e sta sempre lì.

Sanremo nel bene e nel male è sempre stato un rito della nostra vita, con la sua capacità di dividere il Paese fra chi lo segue e chi invece non lo ama, ma di sicuro è un evento mediatico che con le sue canzoni ha accompagnato il nostro Paese dall'immediato dopoguerra ad oggi.

Certo di strada "O' Festivàl" ne è fatta da quando Nunzio Filogamo nel 1951 pronunciò alla radio la frase cult: "Miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate".
Poi l'avvento della televisione, con le famiglie che si ritrovavano a tifare per questo o quel cantante, questa o quella canzone e il boom economico degli anni '60 fecero del Festival di Sanremo un momento di orgoglio, ma quella era un'altra Italia, figlia della guerra dove sogni e voglia di riscatto la facevano da padrona e dove l'appartenenza contava più dell'esserci.

Oggi siamo portati a vedere tutto in modo più disincantato, quasi infastiditi da questi riti un po' retrò che da tempo non amiamo e che forse non ci appartengono più, tanto è forte il consumismo becero che la fa da padrona, tanto è forte la voglia di essere contro a prescindere, anche verso una kermesse che ha passato il testimone dalla musica ad uno spettacolo più circense, dove la canzone sembra essere finita li quasi per caso, tanto è più importante il gossip, il dietro le quinte e l'immancabili voglia di criticare a prescindere.

Eppure per una fetta d'Italia, ancora oggi "Sanremo è Sanremo", e chi ha avuto la possibilità anche in questi anni di esserci stato una volta, potrà dire che il fascino sanremese nei giorni del festival è rimasto quello di sempre, provinciale e attraente così com'è ancora provinciale e seducente il nostro Paese, un po' come se il tempo si fosse fermato agli anni del boom su quella che allora era la riviera dei cummenda.

Alla fine però come tutte le cose della vita pure "O' Festivàl" ha un tempo, e forse il suo sta per scadere se non è già scaduto; intanto godiamoci questa 73a edizione la 4a firmata da Amadeus che proverà a mettere in scena lo spettacolo più nazional popolare mai prodotto da mamma Rai.
 


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07-02-2023 12:08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA