LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




il pensiero

Perchè il 'Centro' non esiste più

E perché quindi è inutile inseguirlo. Una riflessione di Laura Ravone

di Red
Perchè il 'Centro' non esiste più

Parliano di Centro Politico, ovviamente.
Veniva definita così quell’area, dai confini molto mobili, che non si rispecchiava nei valori della destra e neanche in quelli della sinistra.
Di recente è stata definita l’area dei Moderati. Da chi era composto quindi questo Centro? E quando è nato, come si è sviluppato?

 Alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia era immersa in una grande povertà, in una situazione al contempo di depressione economica e di grandi speranze per il futuro.
Diventò ben presto un tempo di ricostruzione, innovazione, cambiamento. Grandi migrazioni da sud a nord, dalle campagne alle città, dai lavori individuali a quelli collettivi della fabbrica.
Dall’analfabetismo all’istruzione obbligatoria primaria, e poi mano a mano la grande diffusione dell’istruzione superiore, ed infine di quella universitaria.
Da chi era costituito il cosiddetto Ceto Medio? Una forza, in costante crescita numerica, costituito da insegnanti, professori, impiegati di medio livello - pubblici e privati - , sanitari, professionisti, artigiani, lavoratori autonomi, professionisti. Un numero esiguo rispetto alla gran massa di contadini e operai, ma un numero che avvertiva se stesso come centrale nella vita della nazione, anche perché informati, lettori di giornali.  
Retribuzioni alte, rispetto sempre alla massa dei lavoratori subalterni, status sociale alto e riconosciuto universalmente.
Ricordiamo la piazza del paese con la farmacia, la chiesa, l’edificio comunale, la scuola elementare.  
Ecco, sono questi i parametri di riconoscimento sociale, l’essere al centro della vita cittadina. L’avvocato, il medico, il farmacista, il prete, il professore, l’impiegato comunale, è questo il Ceto Medio. Ambisce alla crescita economica e dall’America arrivano stimoli irrinunciabili: il frigorifero elettrico, la cucina all’americana, e sopra ogni altra cosa… l’automobile.  
La Fiat produce e vende l’auto per la famiglia, e la famiglia si indebita molto volentieri pur di esibire il nuovo status symbol.  Poi arriva il televisore, le vacanze al mare in estate. E via via tanti altri oggetti, simboli di una condizione superiore, di agiatezza conquistata con fatica e debiti.
La distanza dai grandi poteri economici, costituiti da poche famiglie, è enorme, ma non ci si confronta neanche con costoro, sono una casta inarrivabile. Magari ci si accontenta di sognare i divi della nascente industria cinematografica, quelli televisivi sono di là da venire. E quelli dei giornaletti di fotoromanzi vengono lasciati alle “servette” …
Il Ceto Medio prende consapevolezza del proprio valore, inizia a crescere anche numericamente, inizia a desiderare sempre di più, e a temere che ciò che ha faticosamente ottenuto gli venga portato via dalle rivendicazioni di altre caste, operai e contadini, questi ultimi in realtà sempre più esigui. I sindacati conquistano sempre più potere, insidiando le conquiste del Ceto Medio, rivendicando anche per gli operai le medesime mete.
Il Ceto Medio si impaurisce, diventa Partito esso stesso, né di destra né di sinistra, Centro quindi. Immobilismo, cautela, difesa ad oltranza dello status quo, nessuna concessione ad innovazioni in disaccordo con la tradizionale struttura della società.
Tradizionale, anche se creatosi in poche decine di anni, non certo antico di secoli. Si autoproclama Piccola Borghesia, trova il partito o i partiti che promettono la conservazione dei privilegi, la lotta ad ogni diversa organizzazione della società. I
l Comunismo del blocco dell’est spaventa più di ogni altra cosa, la Guerra Fredda e il timore atomico accentuano questa viscerale paura.

Nei decenni del Sacco delle Città, quello edilizio, questo Ceto Medio ha acquistato la propria abitazione nei palazzoni tutti eguali, stretti gli uni agli altri, con ascensore riscaldamento e portierato.
Poi ha acquistato la seconda casa, al mare o in montagna, su una qualsiasi delle coste italiane o delle montagne italiane, punteggiate di nuovi insediamenti turistici vissuti più o meno un mese all’anno, e per il resto del tempo ridotti a paesi fantasma.
I grandi ricchi si rifugiano in Sardegna, Costa Smeralda e Porto Cervo del principe Saudita Karim Aga Khan, ma al Ceto Medio ciò non importa, sono noti i confini della propria condizione, neanche li si vuole imitare.
Ha voluto che i figli studiassero, magari anche fuori paese e fuori regione, accollandosi molte spese. L’ambizione é quella che i figli arrivino più in alto di loro nella scala sociale, un po’ più in alto, che guadagnino di più, che abbiano una visibilità sociale superiore alla loro stessa. Il sogno è andato avanti per alcuni decenni ed ha costituito l’ossatura della Nazione, ossatura economica, politica e sociale.

Cosa chiedeva in quegli anni il Ceto Medio alla politica?
Sicurezza innanzitutto, una vita placida senza scossoni, una continua espansione.
Molti Partiti si collocavano al Centro, soddisfacendo le richieste degli elettori con poche variazioni, deboli differenziazioni.
Tutto sommato l’elettorato si limitava ad esercitare il diritto dovere del voto, delegando in toto ai parlamentari la gestione della cosa pubblica.
Tutto sommato si disinteressava delle diatribe parlamentari, finché la sua vita scorreva nella pace e nella tranquillità. Era l’epoca di percentuali stellari per la partecipazione al voto.

Poi accaddero alcuni sconvolgimenti.

In primis i cosiddetti Anni di Piombo, con tutta l’incertezza che portavano con essi.  
Andare in banca o in un ufficio postale, passare davanti ad una caserma, tutto costituiva un’occasione di pericolo. Dopo gli anni dell’euforia per il passaggio dalla vita contadina a quella operaia, dalla vita solare del sud a quella brumosa del nord, si sperimenta il sentimento di  sradicamento, di esclusione sociale.
I cartelli esposti con le scritte “Non si affitta ai meridionali” non aiutano. Si creano i ghetti, quartieri interi abitati da famiglie provenienti dalle medesime località, che cercano di riprodurre altrove i legami familiari e sociali di provenienza. 
Eppure ancora i Sindacati uniscono, coinvolgono, ma ancora per poco. 
E’ in arrivo la doccia fredda: la Crisi Petrolifera del 1979 e l’Inflazione del 1980 al 21,2% fanno cadere qualche illusione. 
La marcia dei 40mila di Torino segna un confine tra il prima e il dopo. E’ la ripresa di potere da parte di una parte, proprio quella che si riconosce nel Ceto Medio. E sono gli anni della Milano da bere, dei Paninari, della polarizzazione tra chi ha e chi non ha, tra chi può e chi non può. 

Il Ceto Medio inizia a scivolare sempre di più verso il basso.
La Droga allarga a dismisura il proprio business, contribuendo allo spavento collettivo.
La Caduta del Muro di Berlino segna il tramonto definitivo delle rivendicazioni e lascia campo aperto al liberalismo, che diventa sempre più spinto.
Le privatizzazioni disgregano un tessuto industriale ed economico di vitale importanza per intere zone del paese. In politica si promuove il Bipolarismo, di fatto annullando proprio quell’area di Centro che nel dopoguerra aveva costituito l’ossatura della stabilità. Eppure tutti i Partiti inseguono un Centro che già fatica ad  esistere.
E poi Mani Pulite, lo scandalo maggiore, le tangenti sempre sospettate ma mai ipotizzate in tale misura codificata e diffusa. Il crollo dei .Partiti e delle illusioni, la Seconda Repubblica e il Berlusconismo.

Sono questi gli anni della scoperta delle vacanze esotiche, complici i filmetti estivi e natalizi.
I VIP vanno in Costa Smeralda e frotte di italiani li inseguono sbarcando a Porto Cervo nella speranza di somigliare ai super privilegiati, affollando le discoteche alla moda e indebitandosi per una sola settimana di vacanza.  E’ una sorta di ubriacatura collettiva, per non guardare da vicino il baratro che si sta avvicinando sempre più.

Arriva il momento nel quale ci si accorge che oramai l’Ascensore Sociale non funziona più.
I figli hanno faticosamente e dispendiosamente preso una laurea, magari anche prestigiosa,  che però non garantisce né un lavoro definitivo né una retribuzione decente. Il bene Casa viene tassato sempre di più, contravvenendo al patto stipulato da sempre con i cittadini. 
La Sanità inizia a costare sempre di più perché il Sistema Sanitario Nazionale non riesce più a far pronte alle richieste di una popolazione che invecchia e che nella furia di produrre ha badato poco alla prevenzione. Le terapie e le attrezzature, molto spesso di derivazione straniera, costano sempre di più.  E’ la fine di un’illusione durata decenni.
Qualche movimento cavalca l’onda di sconforto e disapprovazione, producendo qualche fiammata di interesse verso un cambiamento ritenuto possibile, ma in realtà inattuabile.
Di volta di volta il Ceto Medio, che oramai non ha più nulla di Medio, prova ad affidare la propria fiducia ad un Partito o un Movimento neo costituitosi.
Fa in fretta però a disilludersi e a trasferire altrove la propria speranza.
Poco alla volta si allontana dal voto, dall’espressione della propria volontà, per sfiducia e per stanchezza, magari per una silenziosa rivolta.
Spera ancora che prima o poi qualcuno si accorga del proprio grido di attenzione, di dolore si direbbe addirittura. Oramai non spera più in un miglioramento della propria condizione. E’ l’apice del Riflusso, iniziato già prima in realtà. 
Ha visto i figli allontanarsi, andare all’estero alla ricerca di un lavoro, proprio come i nonni. 

Perché dovrebbero sentirsi Centro
La rappresentazione grafica della popolazione italiana non è più la Piramide Sociale, quella con alla base la platea vasta dei lavoratori a basso reddito, in cima l’Elite Economica, e nel mezzo il Ceto Medio.  Oggi la rappresentazione grafica è la Clessidra, con la parte superiore ampia e costituita da ricchi, nuovi ricchi e super ricchi, in aumento ogni anno.
La parte sottostante è costituita da tutti gli altri:  giovani, anziani, lavoratori, tutti a basso reddito, anche loro in aumento ogni anno.

Che senso ha quindi inseguire un Centro oramai inesistente?  Eppure è questo lo sport maggiormente praticato a livello politico nazionale. A livello locare gli amministratori pubblici si dibattono nel quotidiano dilemma di far quadrare i bilanci comunali con le richieste legittime degli abitanti nonché elettori.  Chi va più al voto? Meno del 50% della popolazione avente diritto.

E il resto?
Nulla, invisibile, oramai vinta del tutto.


* Laura Ravone formatrice ed esperta di comunicazione

 

                                                                                                                        

 


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17-09-2023 10:33:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA