Tutti in fila per votare Renzi. Un plebiscito quello di Castellammare a favore del segretario nazionale del Pd. Percentuali bulgare quelle uscite ieri sera dalle urne: 278 per Renzi, 6 per Orlando, 42 per Emiliano e 4 nulle. Cinque i delegati che partiranno dalla città di Pannullo per la convention per nominare i candidati alle primarie. Una sfida tra Renzi, Emiliano e Orlando a Castellammare decisa prima di cominciare. La città in cui governa il sindaco renziano Toni Pannullo è una roccaforte del segretario. Poche le preferenze che incassano i fratelli Cuomo, con l'ala riformista. Gli unici a sostenere il presidente della Regione Puglia Emiliano. Più di trecento sono gli iscritti che, ieri pomeriggio hanno dato la loro preferenza, in pratica più della metà dei seicento tesserati. Ma all’ultimo momento i dirigenti che sostengono il ministro della giustizia hanno deciso di non presentarsi. Dura la nota che infila il congresso stabiese tra gli scandali del tesseramento in casa Pd. “In questo momento in alcune città italiane non presenteremo le liste della mozione Orlando. Sono troppe infatti le zone grigie sulle quali il PD nazionale non ha fatto chiarezza: a Cassino registriamo un tesseramento con numeri ingiustificati che ha avuto come conseguenza le dimissioni del commissario di circolo. In molti comuni del napoletano come Castellammare, Pompei e Quarto non esistono le condizioni minime per tenere i congressi”. Sul Pd stabiese si riaccendono i riflettori dopo il caso Melisse. Tra i votanti ovviamente non ci sono i suoi 130 iscritti, dopo il taglio del partito nazionale che ha annullato le adesioni, in quanto tutte pagate dalla carta pay pal del presidente del Consiglio comunale. Un finanziamento collettivo non gradito. Ma per lui non è scattata alcuna sanzione. Un caso chiuso, ma il presidente Melisse tra i big del partito ieri non si è visto. Gioca a carte coperte fino a quando si dovrà decidere il segretario cittadino. Intanto ieri lui non c'era. Ha disertato l'urna.