GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2024




Il caso

PD a Castellammare ancora tutto in alto mare, mentre in altre città si va alle primarie

Altra tegola in casa dem, il problema è la decisione di fare a Caserta il 10 aprile le primarie di coalizione

di Luca Olivetti
PD a Castellammare ancora tutto in alto mare, mentre in altre città si va alle primarie

Altra tegola in casa PD, come sempre a tenere banco sono nomi e primarie in vista delle amministrative.
E' di oggi la notizia che dopo aver fatto a Napoli (con le ben note scintille fra Valente e Bassolino) le primarie,  si è deciso di farle anche a Caserta, data stabilita il 10 aprile (aperte a tutto il centro-sinistra).
A questo punto è evidente lo sconcerto fra gli iscritti del partito e i simpatizzanti di centro-sinistra a Castellammare, che non solo si sono visti negare l'esercizio democratico delle primarie, ma che addirittura attendono ancora, a poco più di due mesi dalle elezioni, di sapere chi guiderà la coalizione per poter governare in caso di vittoria la città; tutto questo nonostante il commissariamento della sezione locale, e l'aver messo da mesi il tutto nelle mani di ben 3 traghettatori / facilitatori.
L'unica certezza del popolo dem, e quella che al momento non si sono segnate scope a vantaggio del futuro della città oppressa da tante angosciose situazione, visto anche che non si parla di programmi (un fatto che per la verità tocca tutti gli schieramenti tranne la neonata "area civica stabiese" che però ha una netta posizione moderata di centro).
Veti incrociati, possibili cavalli di ritorno, strizzatine d'occhio a destra e sinistra da parte dei capicorrente, nella speranza che qualcuno arrivi a cavare le castagne dal fuoco, ma di concreto il nulla.
Sembrano intanto rimasti in campo a contendersi la nomination che dovrebbe essere calata dall'alto Anna Paola Mormone, Tony Pannullo, Nicola Corrado e Umberto Ostieri, anche se molti pensano che il nome vero quello del "moderato" gradito a più di qualcuno, e non sgadito agli altri, debba ancora uscire fuori; unica certezza il tempo, quello scorre veloce per tutti.
Per gli iscritti locali insomma, sembra tramontata la favola del c'era un volta il PD, con le sue regole e la sua dichiarata trasparenza, il partito che intendeva mettere al centro di qualsiasi progetto "il cittadino", e la volontà di coinvolgerlo nelle scelte decisionali, che secondo i padri fondatori, dovevano venire dal basso e mai più per imposizione dall'alto.
Cos'è successo in questi ultimi tre anni al Partito Democratico? Cosa lo ha portato a cambiare nei fatti le regole che si era dato? Queste le domande più frequenti, da quando, il più delle volte, ci troviamo al cospetto di un partito che fa le regole a seconda della convenienza del momento e del luogo in cui accade, con buona pace degli elettori, anche se poi, stando ai sondaggi, gli stessi elettori di centro-sinistra in un qualche modo sostengono a prescindere il partito, l'unico forse che nell'immaginario collettivo si può ancora definire tale nel paese, pur non sapendo se ciò accade per merito di chi lo gestisce (Renzi e i suoi) o per manifesta assenza di un'opposizione vera.


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30-03-2016 15:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA