LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Castellammare

Pasticcio gazebo, commercianti al Comune e la Finanza indaga sui permessi

Il capogruppo Zingone: "Chiarimenti al più presto, c'è chi rischia di commettere reati"

di Redazione
Pasticcio gazebo, commercianti al Comune e la Finanza indaga sui permessi

Commercianti in visita a Palazzo Farnese per la questione gazebo. A tregua di Natale ormai finita i proprietari di bar e ristoranti non hanno più la copertura dell’amministrazione Pannullo per mantenere le pedane all’esterno dei locali. Ricomincia a scorrere la clessidra dei permessi a tempo, mentre per la rivoluzione che doveva essere applicata dopo l’approvazione del nuovo regolamento in consiglio comunale ci vorrà ancora del tempo. A fare salire la tensione a Palazzo Farnese è un’inchiesta della Guardia di Finanza arrivata nei giorni scorsi nell’ufficio tecnico per sequestrare atti. Si tratta di capire in che direzione  si stanno muovendo gli inquirenti cercando di capire se si sono fatti favoritismi a vantaggio di qualcuno rispetto al quadro di norme che consentiva ai commercianti di montare i gazebo per un massimo di quattro mesi durante tutto l’anno. In una situazione già complicata nel passare dal vecchio al nuovo regolamento, dice la sua dai banchi dell’opposizione Alessandro Zingone. “Il consiglio comunale ha approvato nella seduta del 27 novembre 2017 il regolamento per i dehors, rivedendo ed emendando il documento che la giunta comunale aveva precedentemente approvato. - racconta Zingone - Si capisce la necessità e l’importanza di un tale strumento per gli operatori commerciali del territorio e per l’economia, turistica e non, cittadina. Si comprende anche l’urgenza ed il senso di disorientamento manifestato dai commercianti. Diventa però necessario che l’assessore, per di più tecnico, ed il  dirigente (che ha approvato la regolarità tecnica del regolamento) chiariscano se  la maggior parte delle strutture presenti in città e che sono previste nel regolamento necessitino di permesso di costruire per poter essere approvate. A leggere il resoconto non c’è da rassicurarsi. La fretta, dopo mesi e mesi di ritardi, può aver indotto a valutare con superficialità il testo approvato e a pensare, - e se così fosse sarebbe assai grave-,di perfezionare “strada facendo”. Perfezionare certo, ma approvare un atto che potrebbe indurre  a commettere reato non sembra proprio il caso». L'allarme di Zingone mira a salvaguardare  i commercianti, che altrimenti sarebbero esposti al rischio di incappare in un reato penale. «E dire che durante i lavori di commissione urbanistica e finanche nella seduta di consiglio che ha ratificato il regolamento c’è stato chi ha provato a far capire, molto sommessamente, che, forse, occorreva il permesso di costruire. - ricorda Zingone - E meno male che, ciliegina sulla torta, il provvedimento sembrerebbe non immediatamente operativo mancando lo strumento di accordo con "la Soprintendenza (SABAP) di Napoli, nonostante che su questo aspetto era stato assicurato che era  tutto a posto”. La risposta dell’assessore  aumenta la nostra richiesta di chiarimenti su  come sia stato affrontato l’argomento: “Il DPR 2016 ha stabilito che per i manufatti è necessario la SCIA; e preciso che per quanto riguarda questo aspetto è stato valutato dal Dirigente e dall'Avvocatura che non hanno riscontrato problemi, ed inoltre le relazioni tecniche devono essere firmate da un tecnico”. Ora verrebbe da chiedere : a quale DPR 2016 fa riferimento? Da dove nasce la deduzione che i dehors siano manufatti? È notorio a tutti che la realizzazione di qualcosa che sia privo del pertinente titolo edilizio comporta, oltre che oneri ed obblighi di rimozione immediata, principalmente l’imputazione ex lege di un possibile reato penale. E non è la sola temporaneità che discrimina tra dehors che necessitano di SCIA o di permesso di costruire. Purtroppo si registra una eccessiva leggerezza nel trattare questo argomento che invece necessita di ben più serio approfondimento. Il regolamento non distingue tra tipologie di installazioni che invece prevalgono sulla natura del titolo edilizio da richiedere. Non distingue neppure per zone di territorio per cui tutti pagano lo stesso importo per metro quadro sia in centro che in periferia. Ci sarebbero anche molti altri aspetti - conclude Zingone - che sono di evidente approssimazione ma si possono considerare errori veniali. Sarebbe stato sufficiente verificare come operano comuni vicini, come Salerno, che essendo anch’esso sul mare, vive la problematica in termini complessivi molto simili”.

 

 

 


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02-02-2018 17:59:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA