Tra critiche e proposte di cambiamento l’ultima settimana della moda, per ordine di apparizione, quella parigina, è attualmente in corso.
Forse l’ultima davvero, considerata la necessità di far fronte alla velocità di produzione e vendita messa in atto dalle multinazionali low cost capaci di allettare il mercato a continui nonché accessibili collezioni che non sono solo al passo coi trend ma addirittura li anticipano.
Nel frattempo, in attesa di vedere se davvero le sfilate cadranno in disuso o semplicemente saranno seguite da variazione nelle tempistiche di produzione i giochi continuano a svolgersi sulle lunghe passerelle a suon di buono e cattivo gusto.
La PFW è stata aperta da Jacquemus, opera dell’enfant prodige Simon Porte, che ha proposto un connubio di tessuti e forme improponibili alla vista ed alla portabilità. Giacche che trasformano le modelle in armadi ambulanti, cappotti cinti in vita da tovaglie scozzesi, colli di tulle rubati alle bambole nei negozi d’antiquariato, asimmetrie eccessive come eccessivi sono i volumi che rendono le donne dei moderne Robocop. Se il principio seguito è stato “nel bene o nel male purchè se ne parli” il risultato di essere notato allora l’ha sicuramente centrato, mentre quello di poter vendere forse l’ha fallito alla grande.
Fortunatamente le passerelle di rilievo non sono mancate. Da sottolineare, a tal proposito, la collezione di Alexis Mebille raffinata ma non noiosa, grandi gessati con fil rouge, stampe con profili di gatto, tagli maschili alternati ad uscite iperfemminili come abiti e pantaloni fiorati, dettagli di pizzo, e grandi agate colorate al collo.
Barbara Bui ha presentato una collezione invernale decisamente colorata: verde acceso declinato nelle tonalità dell’abete e dello smeraldo abbinati al classico viola, morbidi stivali in camoscio o raso, giacche-camicie in pelle colorata, pellicce e mini dress in pelle, borse a tracolla, varie tonalità di tartan per una collezione decisamente rock, ed un total black molto sexy spezzato con accessori full color.
Balmain ha sfilato con una delle collezioni più forti ed audaci di questi giorni: soft nei colori, rosa quarzo, beige ed celeste pastello, per finire nel nero e nel grigio ghiaccio, barocco nelle linee. Corsetti, stringhe e cuissades altissimi di cui non si vede l’inizio; passamanerie, frange e tessuti broccati, per una donna davvero di carattere.
Chloé invece presenta una donna che non nasconde la sua femminilità nonostante i tagli oversize delle pellicce e delle maglie. Un sapore gipsy ritorna con i poncho e le stampe, mentre si presenta raffinata nelle camicie e negli abiti, impalpabili, traparenti, colorati, arricchiti di delicate rouches. Più forte nelle gonne, nella sahariana, nel lungo abito, nel completo da biker, nella tuta e nella salopette tutti rigorosamente di pelle.
Queste le proposte che hanno spiccato tra le tante, in attesa di vedere ciò che accadrà nei prossimi giorni.