Il Parco del Vesuvio utilizzato come discarica da industriali spregiudicati. Individuate zone dei boschi in cui erano abbandonati rifiuti di ogni tipo da quelli di scarti di lavori edili a olii di officine a pezzi di stoffa di imprese tessili. Sorpresi trasportatori che illegalmente prelevavano rifiuti e li scaricavano in zone isolate dell’ambiente protetto, autolavaggi con lavoratori “a nero”, senza impianti di depurazione e autorizzazione allo scarico nelle fogne, industrie tessili senza registri di scarico dei rifiuti, con sacchi di scarti di lavorazione in attesa di “involarsi”.
È lo spaccato di controlli effettuati per la tutela dell’area di particolare interesse naturalistico dal Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente “Parco Nazionale del Vesuvio”.
Le verifiche hanno riguardato attività produttive ritenute a maggior rischio, sia in riguardo allo smaltimento illecito di rifiuti o reflui che per gli automezzi usati per il trasporto e l’abbandono di rifiuti su aree isolate trasformate in discariche.
Nel corso delle attività sono state denunciate 13 persone e sottoposte a sequestro 9 attività produttive, scattate multe per quasi 300.000 euro accertate insieme ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro, e sospese 3 attività per violazioni amministrative riguardanti la normativa per la tutela del lavoro.
Accertati 12 casi di mancanza o tenuta scorretta dei previsti formulari dei rifiuti.
Scoperti e segnalati per la rimozione agli enti competenti alcuni siti di accumulo, quelli dove alcuni dei trasportatori avevano abbandonato o stavano per abbandonare rifiuti di ogni genere, da quelli speciali a quelli derivanti da lavori di edilizia.