Sarà possibile leggere i papiri di Ercolano sepolti dalla cenere durante l'eruzione del Vesuvio. "Un lavoro scientifico di enorme importanza, per la cultura classica e non solo per la tecnologia". Così Roberto Bartolino, docente del Dipartimento di Fisica dell'Università della Calabria, definisce i risultati del progetto grazie al quale, secondo quanto riferisce un comunicato, "sarà possibile recuperare 'pezzi' di storia e di vissuto dell'antichità, come libri, lettere, papiri, ad altissimo rischio di decomposizione e, perciò, finora inutilizzabili".
"Testimonianze preziose, come quelle risalenti all'eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., con la distruzione di Pompei e Ercolano - si aggiunge nella nota - che, senza la rivoluzionaria tecnologia messa a punto con il contributo dei fisici dell'Unical, sarebbero rimaste per sempre prigioniere della cenere e dei lapilli del vulcano. Ha ragione Bartolino, dunque, a sottolineare la portata di questo risultato. E la pubblicazione del lavoro sulla rivista Scientific Reports con i primi frammenti di pagine "decifrate", che illustra le enormi potenzialità della nuova tecnica di indagine, lo conferma".
"La ricerca" - spiega il docente dell'Unical - è il frutto di una vasta collaborazione scientifica. Il nostro gruppo di lavoro, formato anche dai colleghi Vincenzo Formoso e Lello Agostino, in collaborazione con il l'istituto Nanotec del Cnr di Rende, ha avuto un ruolo significativo in questa straordinaria esperienza, che apre scenari impensabili nel recupero e nella valorizzazione delle testimonianze del passato. E'un risultato che sarà ulteriormente valorizzato dagli esperimenti scientifici possibili grazie alla macchina Star, in costruzione all'Università della Calabria, a partire dal progetto di una beamline Papyr-X che, se approvata, sarà dedicata ai beni culturali".
Le prime pagine intere, lette ed interpretate, saranno presentate prima dell'estate e la lettura del primo papiro potrebbe avvenire, secondo quanto previsto, il 25 ottobre ai Lincei a Roma.
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