Uno dei papiri di Ercolano custoditi dalla Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford è stato sottoposto a un processo di lettura digitale che ha permesso di "srotolarlo" rivelando le prime parole custodite al suo interno dopo duemila anni grazie ai raggi X e all'intelligenza artificiale.
Il documento storico venne carbonizzato nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quando ai tempi dell'impero romano insieme a Ercolano fu distrutta Pompei, e riportato alla luce insieme ad altre centinaia di rotoli nel 1752 nella Villa dei Papiri. Gli scienziati grazie alle nuove tecnologie stanno riuscendo in qualcosa che sino a qualche anno fa sembrava impossibile per l'estrema fragilità dei papiri. "Siamo fiduciosi del fatto che saremo in grado di leggere praticamente l'intero rotolo nella sua interezza, ed è la prima volta che possiamo dirlo con grande sicurezza", ha affermato Stephen Parsons, responsabile del progetto Vesuvius Challenge, una competizione internazionale lanciata nel 2023 per svelare i segreti contenuti nei papiri, che si trovano in larga parte a Napoli ma anche nel Regno Unito e in altri Paesi.
Gli sforzi in corso all'università di Oxford, dove il rotolo è conservato insieme ad altri dal XIX secolo, hanno dato già dei risultati. Una delle prime parole a essere tradotta dal greco antico è "confusione", che appare due volte in poche colonne di testo. Il rotolo è stato scansionato da una delle macchine a raggi X più potenti al mondo che si trova nello stabilimento Diamond Light Source di Harwell, a sud di Oxford. Questo ha permesso di avere un'immagine in 3D che è stata poi elaborata da un software apposito insieme all'intelligenza artificiale per distinguere le parti scritte e leggere le parole.