Pensava di avere messo ogni casella al posto giusto, ma come nella pellicola di un vecchio film il nastro è stato riavvolto daccapo. Pannullo è stato costretto a spostare la presentazione della sua squadra a metà della settimana prossima. A tenere banco nuovamente un braccio di ferro tra i consiglieri del Pd e quelli di Area civica. Al centro del tiro alla fune, questa volta, la delega di vicesindaco, il ruolo di maggior prestigio sul tavolo dopo la decisione presa da Pannullo di fare uscire dalla giunta Andrea Di Martino. Il gruppo del Pd ha chiesto al suo sindaco di tenerla in casa, affidandola all’assessore all’urbanistica Pino Rubino. L’uomo in giunta più vicino al capogruppo Francesco Iovino, stratega della crisi e della sua soluzione. Avendo il consigliere regionale, Mario Casillo, e i suoi blindato ben quattro assessori, lasciandone uno al gruppo di Topo, appariva cosa fatta che anche la delega di vicesindaco fosse in cassaforte come il resto. Ma, a questo punto, è Nino Giordano di Area Civica a rispolverare la vecchia richiesta di affidare ad un proprio uomo, probabilmente Casimiro Donnarumma, la seconda poltrona per importanza a Palazzo Farnese. Pronto Pannullo a sacrificare sull’altare della pace con Iovino e i suoi, il vicesindaco Di Martino, ora gli tocca un’altra scelta. L’ago della bilancia, tenuto dal sindaco, penderà certamente dalla parte del suo partito, ma a conti fatti gli scotenti di questa verifica cominciano ad essere troppi. Nel giro del rimpasto il primo cittadino ha già deciso di lasciare in libera uscita due consiglieri comunali di maggioranza. Restano senza senza assessore: Ciro Cascone della lista di De Luca e Tina Donnarumma, eletta in una civica. A questi, se non si trova un accordo, potrebbero aggiungersi due dei quattro di Area civica: Nino Giordano e Selene Duilio, con i ginecologi Eutalia Esposito e Salvatore Ercolano in mezzo al guado, costretti a farsi bastare la riconferma di un assessorato praticamente vuoto. Troppi i nodi ancora irrisolti. Perciò Pannullo ha deciso di prendersi un altro po’ di tempo, mentre a Palazzo Farnese aumentano gli appuntamenti in agenda con richieste di incontri da parte di forze politiche. Un fitto calendario che rischia di complicare il rebus a soluzione quasi trovata. E si ricomincia daccapo.