Il sindaco ci riprova. Sceglie di scrivere una lettera per parlare ai consiglieri comunali che si sono messi alla finestra. Chi si aspettava di leggere di nomine e nuovi assessori dovrà ancora aspettare. I numeri non ci sono e Pannullo decide di non andare alla prova di forza chiesta dai falchi tra i suoi fedelissimi. La mossa che, restato senza maggioranza, prova a fare è un’altra. Nel testo che Pannullo consegna, dopo avere provato per quindici giorni a varare una squadra di governo senza riuscirci, ci sono delle aperture ma la chiusura netta alla richiesta avanzata dai sette dissidenti: niente azzeramento. Gli assessori del Pd restano nelle postazioni di comando, tutti tranne il vicesindaco Andrea Di Martino la cui poltrona è già stata offerta nelle ultime due settimane. Il sindaco ammette: “Ritengo che siano legittime le diverse richieste, nonché degne della mia massima attenzione e considerazione. Preliminarmente, ritengo doveroso chiarire che, al netto dell’essere la prima forza politica uscita dalla tornata elettorale, non ho mai inteso ritenere il PD beneficiario di primogenitura nelle scelte di questa Amministrazione. Ritengo e ribadisco che ciascuna forza di questo campo politico abbia la stessa dignità e al pari debba ritenersi dignitaria di ascolto, partecipazione e condivisione delle scelte programmatiche”. Un’apertura di principio che però non contiene il "tutti gli assessori a casa", ma solo il tentativo di conquistarsi il consenso dei quattro di Area Civica: Nino Giordano, Angela Duilio, Eutalia Esposito e Salvatore Ercolano. Un tentativo per dividere il fronte dei dissidenti tra buoni e cattivi. “In questo primo anno all’interno dei gruppi consiliari di maggioranza, è di fatto cambiata la geografia e la conformazione di questa maggioranza” ammette il sindaco, viste le adesioni di ben tre assessori nominata altrove nelle braccia del Pd. Ma nel frattempo Pannullo chiude la porta in faccia a Ciro Cascone e Tina Somma di Campania Libera e Tina Donnarumma di Progetto Stabia che si sono mossi fino ad oggi insieme agli altri: “Una maggioranza di governo è condivisione di processi e di esercizio dell’azione di governo. Alla luce di tale considerazione, pertanto, ritengo distoniche e non condivisibili le posizioni di alcuni consiglieri e pertanto non ritengo utile, allo stato, che proseguano un percorso politico e amministrativo in questa maggioranza". Per il rimpasto di giunta Pannullo parla di “rivisitazione” e non di “azzeramento". Segno che gli assessori in quota Pd: Francesco Balestrieri, Pino Rubino e Giulia D’Auria continuano ad essere intoccabili come Carla di Maio della civica rimasta con Pannullo. In realtà l'ultima missiva di oggi assomiglia molto ai messaggi già inviati in questi quindici giorni durante incontri e per iscritto. Basterà ora a recuperare la maggioranza? A questo punto la palla è di nuovo dall'altra parte. Pannullo è in attesa di risposta.