Più di venti pagine per dire che vuole fare nei prossimi cinque anni per fare uscire Castellammare dalla crisi più profonda dell’ultimo ventennio. Così Antonio Pannullo si è presentato all’aula che questa mattina ha fatto il suo debutto a Palazzo Farnese. Di fronte a lui tre opposizioni che hanno preso la parola per dire cosa ne pensano dell’esordio del sindaco Pd. Chiama a raccolta la comunità degli stabiesi il primo cittadino, prendendo le distanze da chi l’ha preceduto: “L’Amministrazione comunale è consapevole che Castellammare non si salva con l’intervento di un deus ex machina e tale pensiero è testimoniato dalla storia della città. Niente uomini soli al comando come chi mi ha preceduto”. Cattura l’attenzione di tutti l’ex sindaco Salvatore Vozza, intervenendo dai banchi dell’opposizione per la prima volta contro l’amico Pannullo: “Ho un compito complicato. L’amicizia e la stima restano intatti” è la sua premessa, prima di parlare di “dichiarazioni pasticciate, come è stata la giunta”. Il suo è l’intervento più lungo nel silenzio dell’aula, mentre lo stesso sindaco in più punti annuisce. Ma il tono resta duro: “Non mi hai convinto. Manca una visione della città. E soprattutto gli stabiesi debbono sapere come si esce dal dissesto. Si parla di un buco di 50 milioni di euro solo per le partecipate. Se non partiamo da questo, il resto è inutile”. Prima del discorso del sindaco e dell’apertura del dibattito, i consiglieri hanno presentato i gruppi. Emozionati gli eletti alla prima volta, più a loro agio quelli che a Palazzo Farnese ormai sono di casa. Come si capiva dalla vigilia dopo la rottura con Stabia in progress, hanno costituito un gruppo a parte i consiglieri Nino Giordano e Angela Duilio, restando quindi fedeli al sindaco. Ma l’effetto sorpresa l’ha assicurato Gaetano Cimmino. Il leader dell’opposizione di centrodestra è intervenuto dopo il suo capogruppo Vincenzo Ungaro. Una duplicazione di ruoli, per cui ad Ungaro è toccato contrastare nel merito le linee di mandato di Pannullo, mentre Cimmino ha scoperto le sue carte affrontando subito il tema su cui la maggioranza si gioca la credibilità: “Io il 5 agosto voterò presidente del consiglio Enzo Amato. Sono i Cinquestelle a svolgere un ruolo di garanzia”. Giù gli applausi dell’opposizione. Così il capogruppo dei Cinquestelle ha avuto l’investitura di antagonista del candidato della maggioranza alla poltrona più ambita, che secondo gli accordi della vigilia dovrebbe essere il consigliere del Pd Eduardo Melisse. Ma non per Cimmino che già lancia anticipazioni anche sulle scelte della maggioranza: “Si spartiscono tutto, quindi dico a Rosario Cuomo di cambiare almeno i microfoni”. Un'uscita che serve ad attizzare il fuoco tra le fila dei democratici, essendo Cuomo il consigliere rimasto fuori dalle indicazioni degli assessori nella squadra di governo. Poco prima intervenendo, Amato invece aveva affrontato il tema scottante delle assunzioni alla Buttol, chiedendo all’amministrazione comunale di fermarsi sulla strada della cessione dei servizi a grandi aziende. Poi ha aggiunto: “La maggioranza è già divisa, ma noi non ci sottrarremo. Siamo aperti al confronto. E a prenderci le responsabilità del voto”. Siamo così solo alle schermaglie iniziali, il primo vero banco di prova è ad inizio agosto con l’elezione del Presidente a scrutinio segreto. Il test è solo rinviato. Il sipario sul primo esordio scende senza grandi colpi di scena. I riflettori sono già puntati sulla data di agosto.