Sono in quattordici a mandare a casa Pannullo. I consiglieri delle civiche si ritrovano da un notaio a Gragnano con l'opposizione. Si dimettono e il consiglio è sciolto. -Finisce dopo un anno e mezzo l'esperienza di governo di Antonio Pannullo. Il più breve della storia di Castellammare che di scioglimenti anticipati ne ha già visti tre. Un atto contro il Pd e il sindaco che aveva revocato le deleghe a Casimiro Donnarumma di Area Civica. I sei dissidenti si sono ritrovati con la minoranza da un notaio a Gragnano. A firmare sono stati Eutalia Esposito Salvatore Ercolano Nino Giordano Selene Duilio Antonio Alfano Tina Donnarumma. A loro si sono aggiunti dell'opposizione Gaetano Cimmino Enzo Ungaro Michele Starace Alessandro Zingone Emanuele D'Apice Antonio Cimmino Enzo Amato e Mara Mirino. A Castellammare torna il commissario prefettizio, poi di nuovo alle urne. Il pomeriggio nero di Pannullo comincia intorno alle 18 quando i dissidenti si ritrovano dal notaio a Piazza San Leone. Poi a Palazzo Farnese comincia la riunione di maggioranza a cui partecipano anche Antonio Alfano e Tina Donnarumma. Il tempo di andare a dire al Pd che stanno per staccare la spina, poi di nuovo davanti al pubblico ufficiale per firmare. Dal comune non ci sono reazioni. Pannullo e i suoi si chiudono nel palazzo, gli altri annunciano una conferenza stampa per domani. "Spiegheremo le nostre ragioni" dicono mentre escono alla spicciolata. Con loro anche Nello Di Nardo, candidato alla Camera per Forza Italia, e tra i registi dell'operazione che ha tolto la fascia tricolore al sindaco.