L'hanno trovato i colleghi. Caduto in un fossato nel cantiere della Metropolitana di Napoli. Luigi Manfuso, operaio di 59 anni, bravo e competente nel suo lavoro, non c'è piu'. È morto in ospedale al Cardarelli l'operaio di Gragnano, dopo una folle corsa e un intervento chirurgico per tentare di salvarlo. "Oggi sono undici giorni che mio padre non è più rientrato a casa". Li ha contati uno alla volta la figlia Rossella. Questa mattina, mentre continua l'inchiesta aperta dalla Procura di Napoli sull'incidente avvenuto nel cantiere sulla linea della metropolitana, la giovane ha scritto: "Ogni volta che sento il rumore delle chiavi nella serratura, puntualmente, aspetto di vederlo arrivare ma poi, puntualmente, non è lui.
Mio padre non tornerà più a casa da me, da mia mamma, dai miei fratelli, dai suoi adorati nipotini. Noi oggi non abbiamo la voglia e la forza di fare "rumore" ma fatelo voi. Non dimenticate! Perché che si sia trattato di un incidente sul lavoro o di altro, queste cose non devono succedere. Non è concepibile che un padre di famiglia esce al mattino per portare il pane a casa e non fa mai più ritorno".
Lungo l'elenco in Italia delle morti sul lavoro. Rosella Manfuso lancia un appello: "Le morti bianche, se si tratta di questo, sono troppe e noi non le vogliamo più accettare.
Fate rumore! Fatelo per mio padre, per tutti i padri di famiglia e per tutti coloro che rischiano la vita ogni giorno. Perché se è vero che il lavoro nobilita l'uomo è anche vero che non si può morire di lavoro".
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