LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Rubrica Teatro e Spettacoli

Opera Viva di Elvira Buonocore in scena fino al 4 febbraio al Piccolo Bellini di Napoli

Le case e le cose lasciate, diventano di qualcun altro, se annega il ricordo. La Recensione

di Federica D'Auria
Opera Viva di Elvira Buonocore in scena fino al 4 febbraio al Piccolo Bellini di Napoli

Le case sono case e possono diventare nido, cella o muschio vivo da cui fuggire; le cose sono cose di qualcuno ma quando vengono abbandonate insieme alla materia ed al ricordo, diventano di altri, diventano un altrove. <<Sappiate che ciò che lasciate, va a qualcun altro>>.  

Poi c’è l’acqua. Acqua imbottigliata sul tavolo del notaio per l’atto di compravendita; acqua salata, agitata, con un ricordo dimenticato che si fa mareggiata; acqua passata, rovesciata, versata in bocca a chi finge di non aver memoria, vendetta liquida senza sete ma con il bisogno di darne a bere. È reflusso, mare mosso, trauma rimosso? C’è la carena, l’opera viva, e l’opera morta, l’immersione, lo scafo, l’instabilità.

Opera Viva” di Elvira Buonocore - con una drammaturgia corposa e immaginifica che è testo e sottotesto, che è liquida e densa, che si fa presente, passato e futuro con colpi di scena e flashback tanto lucidi da somigliare ora ad un racconto, ora ad un dramma, ora ad un thriller psicologico, netti e suddivisi - è il racconto della decostruzione familiare. È il rito del segreto tra sorelle e fratelli (Alfio, Palma e Rosario), di deresponsabilizzazione personale e complicità taciuta, della memoria viva e nascosta, esplicitata in silenzi e sguardi di sottecchi.

L’opera è diretta da Maria Chiara Montella con l’aiuto regia di Mario Ascione, ed è retta su una grande armonia di stile e piani temporali. La regia è precisa, pulita, semplice ed è questo che lega magistralmente il suono introspettivo e sognante di Alessio Foglia, le luci cariche di memoria e colori evanescenti e poi nitidi di Maurizio Di Maio, i costumi di Giuseppe Avallone e le scene minimali di Lucia Imperato.   

Il quadro si compone all’interno di uno studio notarile, con Alessandra Cocorullo che interpreta idealmente (e lo fa benissimo) più personaggi, in più lassi di tempo, tutti con sfumature precise e caratterizzanti; ha in mano le chiavi del boia e della preda, di chi tortura e di chi subisce e apre con maestria le porte alle varie interpretazioni. L’appuntamento in ufficio per l’atto di compravendita che ha ad oggetto la loro casa, di fatto svenduta, si fa sede di processo per una famiglia monca. Gianluca Vesce (Alfio) caratterizza il personaggio forse più vile ma con più memoria e gli si legge in faccia il rimorso e nella camminata il peso del ricordo. Stefania Remino (Palma) è incredibilmente abile nel passaggio dall’ironia al dramma, dall’età adulta a quella adolescenziale, dai toni brillanti a quelli più cupi. Riccardo Ciccarelli (Rosario) interpreta alla perfezione il climax emotivo di un adolescente mai del tutto cresciuto, dai colori scuri ma volutamente insicuri.

“Opera Viva” è un progetto della Bellini Teatro Factory a cura di Gabriele Russo, Costanza Boccardi e Marina Dammacco ed è un processo armonicamente riuscito, tirato da più capi egregiamente, un lavoro corale di immersione che porta a galla giovani artiste ed artisti pieni di talento. In scena al Piccolo Bellini di Napoli, fino al 4 febbraio.

Foto in copertina di Flavia Tartaglia

Piccolo Bellini | Dal 26 gennaio al 4 febbraio

Opera viva di Elvira Buonocore
con Riccardo Ciccarelli, Alessandra Cocorullo, Stefania Remino, Gianluca Vesce
regia Maria Chiara Montella
aiuto regia Mario Ascione
scene Lucia Imperato
costumi Giuseppe Avallone
disegno luci Maurizio Di Maio
progetto sonoro Alessio Foglia
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini


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01-02-2024 16:42:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA