Le colpe di Schettino sono evidenti ma in casi simili di emergenza "le procedure prevedono che la compagnia dia supporto concreto al comando di bordo. E credo che questo supporto, vedendo che poi ci sono stati dei patteggiamenti, non ci sia stato". Lo ha detto il capitano Gregorio De Falco ai microfoni del Tg regionale Rai della Toscana in alcune dichiarazioni trasmesse oggi in occasione del processo di appello sul naufragio della Costa Concordia.
De Falco ha ribadito che "Schettino avrebbe fatto meglio a tornare a bordo" e oggi farebbe bene a "chiedere scusa ai passeggeri". Però l'ex comandante della capitaneria di porto di Livorno la sera del naufragio trova, per alcuni aspetti, analogie del naufragio della Concordia con il disastro del Moby Prince: "In alcune circostanze - ha spiegato - bisogna capire chi si avvantaggia degli effetti" della vicenda. "Nel caso della Costa Concordia sembra che siano stati puniti alcuni" e "alcuni si sono avvantaggiati probabilmente", ha proseguito. "Nell'altro caso", del Moby Prince, "qualcuno si è avvantaggiato ed è riuscito ad uscire dai processi".
Alla domanda se abbia dal naufragio del Giglio più amici o nemici, De Falco ha risposto: "Non lo so, perché a questo punto è difficile distinguerli. Rispetto alle mansioni che avevo in precedenza, adesso non ho più alcuna rilevanza esterna. E di solito chi non ha rilevanza esterna conta molto poco".