"Era una ferita da guerra". Ed è una guerra quella che la piccola Noemi sta combattendo da quando un proiettile calibro 9, del tipo full metal jacket, le ha perforato i due polmoni. Rimane stazionaria e grave la situazione della bimba rimasta ferita nell'agguato di venerdì a Napoli, ma gli ultimi esami confermano una stabilità delle condizioni generali rispetto alla crisi registrata nelle prime ore che faceva temere un veloce e fatale peggioramento. La prognosi resta riservata, Noemi è in coma farmacologico e collegata a un ventilatore meccanico per il persistere dell'insufficienza respiratoria dopo che il proiettile le ha trapassato entrambi i polmoni. Giovanni Gaglione, il primario di chirurgia pediatrica del Santobono che ha operato Noemi nella notte tra venerdì e sabato estraendole il proiettile calibro 9, del tipo full metal jacket, in cui il piombo interno è rivestito da un metallo più duro, ricostruisce così l'intervento: «Era una ferita da guerra».
Tenuto conto della gravità del quadro iniziale, emerge come elemento positivo - secondo i medici - la stabilità del quadro ematologico. Non ci sono emorragie interne e la bimba non ha avuto bisogno di nuove trasfusioni. A preoccupare è la situazione dei polmoni, entrambi perforati, e dai quali non è stato possibile rimuovere tutti i microframmenti ossei e del tessuto del vestito. «C'è quindi un rischio di infezioni che stiamo combattendo con una terapia mirata di antibiotico», sottolinea Cardone. Intanto gli inquirenti danno la caccia al killer, che appare in più immagini dei sistemi di videosorveglianza nella piazza. Da alcuni frame lo si vede mentre insegue la vittima designata, spara tra la folla e poi scavalca per due volte il corpo della piccola Noemi, riversa sull'asfalto. Scene raccapriccianti che gli investigatori stanno esaminando con cura per risalire all'identità dello spietato uomo che ha sparato.