Al balcone era affacciato il fratello di Pino Daniele. Sotto di lui uno striscione: 'Questa Lega e' una vergogna'. Con questa frase tratta dalla notissima canzone Salvatore Daniele ha voluto partecipare alla protesta degli striscioni nei confronti del ministro Matteo Salvini esponendo la scritta dal balcone della sua casa nel centro antico di Napoli nella giornata della sua partecipazione al comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Dal balconcino di via San Giovanni Maggiore Pignatelli, quartiere natale del cantante, Salvatore spiega le ragioni del suo risentimento verso Salvini. "Un ministro che indossa divise, imbraccia mitra ed è contro gli extracomunitari non è degno del suo mandato - arringa Salvatore, la cui somiglianza col fratello cantante lascia sbigottiti - Deve andare via, qua a Napoli non lo vogliamo".
Salvatore raccoglie subito il plauso di vicini e passanti molti dei quali immigrati che, mentre si lasciano fotografare con lui accennano alla stessa canzone '......viva viva il Senegal'.
"Se te lo vogliono togliere - gli dice una vicina temendo che lo striscione possa essere rimosso dalle forze dell'ordine come accaduto in altre città - te lo faccio mettere al mio balcone.
Al settimo piano". E poi ancora: "a quelli che per forza mi vogliono raccontare che la Lega non è più quella di una volta, criticata da Pino, voglio dire una volta per tutte: è vero. E' diversa. E' peggio.
"Senti Matteo - dice Salvatore come parlasse direttamente con Salvini e tenendo in alto il pugno chiuso - Pino, mio fratello non c'è più ma te lo ripeto io. Questa Lega è una vergogna".
Salvini non sei il benvenuto", "Salvini Napoli non ti vuole" e ancora "Ieri secessione, oggi autonomia differenziata". Oltre a quello esposto dal fratello di Pino Daniele, sono decine di striscioni apparsi in tutta Napoli (così come a Potenza), appesi ai balconi di molte abitazioni private ma anche a scuole e davanti all'Università mentre a Milano è stata lanciata la 'caccia al tesoro' alla ricerca di 49 striscioni.
Alcuni sotto alla scritta contro Salvini hanno anche aggiunto "per la Digos, torno alle 20", come per rendere noto che non si sarebbe potuto entrare in casa per rimuoverlo. Oggi erano visibili in tutta la città da Montesanto a Corso Vittorio Emanuele, da via Santa Chiara al Vomero, da Scampia alla Sanità fino a Capodimonte, Miano e Soccavo.
"Ieri - spiega Matteo Giardiello, uno degli attivisti dell'ex opg occupato di Napoli - abbiamo lanciato una convocazione aperta a tutti per ritirare un kit di contestazione. Avevamo comprato delle bombolette di vernice spray e della stoffa bianca. Abbiamo avuto una risposta incredibile, moltissime persone sono venute e non si trattava solo di giovani attivisti".
"Restituisci i 49 milioni", si legge su uno striscione, ma c'è chi unisce alla contestazione al leader della Lega quella al presidente del Napoli De Laurentiis scrivendo su un lenzuolo appeso al balcone "Salvini come Adl". "L'esposizione degli striscioni - spiega Alfonso De Vito del comitato Napoli Libera da Salvini - è diventata virale ed esprime forse nella maniera più spontanea l'inimicizia e la memoria lunga di questa città verso il leader della lega Nord, partito che ha costruito la propria storia politica sulla discriminazione dei meridionali, ma che anche oggi continua a perseguirla, se è vero che il regionalismo discriminatorio con i patti con Veneto e Lombardia costerebbe al sud tagli per diversi miliardi di euro l'anno, gabbie salariali e diritti differenziati".
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere