I sogni sono fatti quasi sempre per svanire, e la Champions per il Napoli come sogno lo è stato fino a stasera, poi il diavolo riporta Osimhen e compagni alla realtà, ma va bene così; non sarà questo insuccesso seppur amaro a rovinare una stagione finora strepitosa e aldilà di tutte le più rosee aspettative.

Al Napoli non riesce la rimonta, e al Maradona finisce 1-1 con gli azzurri che escono ai quarti dopo aver a lungo assaporato la possibilità di passare in semifinale.

Partita segnata per il Napoli che ancora una volta ha da recriminare.
Scesi in campo privi di Kim e Anguissa appiedati da Kovacs la scorsa settimana, chiude i rossoneri nella loro metà campo per 25 minuti ma non punge, non riesce a concretizzare il possesso di palla, troppo sterile con giocate leziose e prevedibili.
Poi succede che alla prima offensiva l'arbitro vede un rigorino per i rossoneri (fallo inutile di Mario Rui su Leao), Giroud va sul dischetto ma Meret compie il miracolo e para.
 La squadra non reagisce e sembra accusare psicologicamente la situazione, che si complica ancora di più quando al 33' escono per infortunio sia Politano che Mario Rui.
Ma è ancora la sestina arbitrare ad essere protagonista, non vedendo un fallo in area di rigore di Leao su Lozano appena entrato identico a quello che pochi minuti prima aveva regalato il rigore al Milan.
Sulla ripartenza, capovolgimento di fronte e Ndombele perde un pallone innocuo nella metà campo milanista, ne approfitta Leao che s'invola bevendosi tutta la difesa azzurra che a sua volta dimentica che esiste il fallo tattico, il portoghese vede e serve Giroud libero che la mette dentro.
Nel secondo tempo il Napoli continua a spingere senza pungere, fino a sprecare un rigore con Kvaratskelia e poi in pieno recupero impatta con Osimhen, ma è troppo tardi.

Passa il Milan, che deve molto a Pioli e alla sua capacità di imbrigliare il Napoli, ancora una volta ottima la lettura della gara da parte dell'allenatore, ma visto l'andamento delle due partite i rossoneri passano con merito.
Non demerita il Napoli, che ci ha provato fino in fondo, ma è ancora troppo giovane e acerbo dal punto di vista psicologico quando si trova davanti a sfide come quelle di Champions secche decisive.

A Spalletti ora il compito di ricostruire il morale di una squadra che pensava di continuare la competizione europea, e domenica ci sarà da soffrire all'Allinz Stadium di Torino contro la Juventus.