Un bagno rigenerante nelle acque capresi per Domenico Dolce e Stefano Gabbana prima di lasciare la terra partenopea animata da quattro giorni di sfarzo, glamour e tanto scintillio.
Tutto questo scintillio, bisogna ammetterlo, Napoli non lo vedeva davvero da tanto tempo, forse troppo, pur essendo famosa nel mondo per la sua tradizione sartoriale con nomi del calibro di Attolini, Borrelli, Kiton, Monetti, Marinella, Cilento, Isaia, Rubinacci e stilisti come Mario Valentino, Rocco Barocco e Fausto Sarli.
I numeri di questi giorni sono ancora tutti da stimare, certo si conoscono ora i tantissimi volti famosi italiani ed internazionali che sono sbarcati a Napoli, le cifre per il fitto di alcune incredibili location napoletane come il Castel dell’Ovo, quelle pagate per “le pulizie generali post-evento”, la donazione per la conservazione dei Decumani e gli indennizzi ai negozianti costretti a rimanere aperti ma con le strade interdette al passaggio per lo svolgimento delle sfilate. Quello che non si conosce in realtà è ciò che questa ventata di positività porterà alla città ovvero i numeri che continueremo ad incassare grazie ad un’operazione di marketing che francamente ci è piovuta dal cielo.
Per carità! niente polemiche signori, conosciamo bene le ricchezze di questa città in termini storico-artistici, paesaggistici e persino enogastronomici ma purtroppo a causa di troppi fattori che si sono concatenati ed accumulati (vedi il problema della nettezza urbana che ci pose alla ribalta delle cronache internazionali) Napoli è diventata per troppo tempo non destinazione finale ma semplice scalo di passaggio verso altre mete come le isole o i litorali della costiera sorrentina ed amalfitana.
Poi un giorno due grandissime firme della moda italiana, che tutto il mondo conosce ed apprezza, si sono lasciati persuadere anche loro dal fascino della sirena Partenope proprio come un tempo succedeva con i viaggiatori del Grand Tour. Hanno ridato così nuova luce ad un “paradiso” che rimane pur sempre “abitato da diavoli” come diceva Goethe, in un misto di timore e stupore, con il suo caos, le sue bellezze e l’allegra follia dei suoi abitanti.
Per fortuna di ciò che è stato non rimarranno solo le tracce nelle foto, nei milioni di ashtag che l’epoca dei social ha prodotto,o nella collezione “Napoli 2016”. Rimarranno più di tutto le parole dette e scritte da Stefano Dolce e Domenico Gabbana che sono riusciti a capire ed apprezzare una realtà che forse non è comprensibile a tutti ma che sa dare tanto a chi amichevolmente l’avvicina.
Per una volta bisogna dire che anche il popolo napoletano si è saputo comportare, ha saputo cogliere l’occasione per la sua rivincita perché in fondo, si sa, se uno scippo avviene a Parigi, è normale sventura in una metropoli ma se accade a Napoli…ah poveri diavoli!!