Schiacciato da una lastra di vetro caduta da un macchinario. Dopo un anno sono due le persone che affronteranno un processo per la morte di Gennaro Sorrentino. Giunto in fin vita al pronto soccorso a Nocera, il trentaduenne di Scafati è morto per i traumi riportati dalla lastra di 380 chili piombatagli addosso. Rinviati a giudizio, dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo: l’imprenditore che rappresenta legalmente la ditta in cui avvenne la tragedia il 3 marzo e l’ingegnere responsabile della sicurezza nella fabbrica. L’incidente in cui il giovane operaio perse la vita avvenne nell’azienda "La tecnica nel vetro", nell'area industriale ex Copmes. Il giovane lavorava in quella fabbrica da diverso tempo. Era addetto proprio all'imballaggio delle lastre di vetro. Sarà ora il processo nel Tribunale di Nocera a stabilire se quella tragedia poteva essere evitata. Una delle tante, troppe in una Campania listata a lutto per un lungo elenco di morti bianche. Una tragedia che ha distrutto una famiglia. Gennaro aveva sposato Antonella da sette mesi, la moglie di Castellammare che si è costituita parte civile al processo. Due le cose che la procura contesta ai due imputati: la mancata messa in sicurezza dei lavori effettuati con carichi in sospensione e il mancato uso dei mezzi di protezione personale. A Scafati e Castellammare sono in tanti che, dopo un anno, vogliono conoscere la verità sul ragazzo morto mentre faceva il suo dovere come ogni giorno da quando era stato assunto in quella fabbrica.