È il più amato tra i protagonisti del Commissario Ricciardi. A serie terminata, Antonio Milo parla del suo personaggio e di cosa lo abbia legato alla figura dell'ispettore Maione. "L'amore per la mia terra" dice l'attore di Castellammare in una intervista a RAI Play. "Abbiamo raccontato una Napoli mai descritta. Di cui non ci avevano parlato neanche i nostri nonni, che si sono sempre soffermati sul periodo della guerra" spiega Milo, che conserva nella sua recitazione i tratti del suo lungo periodo teatrale. Dagli esordi su un palcoscenico amatoriale stabiese fino alle interpretazioni in compagnie nazionali e poi al successo nelle fiction tv. "Quando devo interpretare un personaggio cerco le canzoni di quel tempo, ascoltandole ho capito l'ingenuità e i valori di una Napoli in un suo momento di splendore" dice ripercorrendo il filo della esperienza televisiva arrivata al termine. Un viaggio a ritroso nel tempo in una Napoli degli anni Trenta, teatro di crimini efferati e assassini difficilida assicurare alla giustizia, ma anche territorio d’azione di Ricciardi, giovane e integerrimo commissario della Regia Questura nel capoluogo campano. Sullo sfondo il fascismo con i suoi gerarchi raccontato da Maurizio de Giovanni nei libri da cui è tratta la serie. Poi c'è il rapporto tra l'ispettore Maione e Ricciardi: "Sa che vede delle cose, ma non capisce tutto. A lui deve l'avere avuto l'ultimo saluto del figlio morto. Un dolore che immagino indescrivibile. Con il commissario ha il rapporto di un padre col figlio. Non comprende tutto, ma gli vuole bene".
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere