La carie è un’infezione dentale a decorso estremamente lento, innescata dall’attacco di alcuni microorganismi che popolano il cavo orale.
Le sue origini vanno ricercate con cura nella storia. Anche se non vi sono prove certe a riguardo, alcuni studiosi ritengono che tra gli egizi fosse diffusa la pratica di otturare i denti utilizzando oro mescolato a legno di sandalo polverizzato; a quei tempi era comune applicare ornamenti dentali d’oro e veri e propri denti artificiali (di legno o d’oro) nelle pratiche di mummificazione di persone autorevoli.
Una tavoletta babilonese fatta risalire al 1800 a.C riporta la famosa leggenda del verme dei denti, ritenuto responsabile della carie. “Si narra che un verme affamato nato nel fango avesse implorato gli dei di concedergli un posto tra i denti dell’uomo, dove abbondano i residui alimentari. Ottenuto il permesso divino, il verme cominciò a scavare cunicoli e caverne, dando vita a quella che oggi chiamiamo carie.”
Il medico greco Galeno (129-199 d.C.) propose l’utilizzo di un’infusione di origano e arsenico in olio, da porre nella cavità cariosa che veniva poi chiusa con la cera.
Durante il medioevo la carie ebbe vita facile, dato che influssi medici e religiosi scoraggiavano l’igiene personale.
Simpatico risulterà a molti la storia del Re Sole che “perse” completamente i denti in giovane età a causa della carie, e non fece più di due bagni in tutta la sua vita. Mercanti e ciarlatani di piazza avevano quindi gioco facile nel vendere a caro prezzo i più disparati rimedi contro la carie, come scaglie di serpente, cervella di lepre, peli animali ecc.
Durante quel periodo vi furono comunque medici dall’approccio più razionale nei confronti delle patologie dentali, le cui teorie e soluzioni iniziarono a trovare ampio consenso nel Rinascimento.
L’ipotesi del verme della carie resistette fino all’avvento del microscopio, per essere definitivamente abbandonata sul finire del XVIII secolo. All’inizio dell’800 vennero messe a punto le prime paste per otturazioni, mentre solo all’inizio del XX secolo venne sviluppata la teoria moderna secondo cui la carie è il frutto dell’insulto lesivo, sullo smalto dentale, degli acidi prodotti dal metabolismo batterico degli zuccheri.
La carie è provocata da alcuni batteri presenti nel cavo orale, che si nutrono degli zuccheri introdotti con l’alimentazione producendo metaboliti acidi ad azione corrosiva sui tessuti duri del dente. Il cavo orale umano ospita diverse centinaia di specie microbiche, ma solo alcune di queste sono implicate nell’eziopatogenesi della carie. La più importante e conosciuta specie cariogena è lo Streptococcus mutans; tuttavia, nelle lesioni cariose si possono rinvenire altri germi cariogeni, tra cui streptococchi (S. oralis, S. sanguis, S.mitis), lattobacilli e actinomiceti.
Si stima che il 90% della popolazione mondiale avrà carie almeno una volta nella vita. Come tutte le patologie, anche la carie dentale non dev’essere sottovalutata: se trascurata può infatti portare alla perdita di parecchi denti e ad infezioni molto serie.
La carie può colpire indistintamente uomo ed altri esseri viventi; la carie dentale colpisce unicamente i denti esposti nel cavo orale, mai quelli completamente inclusi o del tutto isolati dall’ambiente orale da una capsula (corona artificiale). La carie può distruggere progressivamente denti naturali, denti senza radice, denti incorporati in una protesi e denti privi di tessuti parodontali.
La carie dentale tende a colpire più facilmente molari, premolari ed incisivi superiori. In genere tende a svilupparsi tra gli spazi interdentali laddove risulta più difficoltosa la rimozione dei residui alimentari con lo spazzolino. L’accumulo ed il ristagno di cibo tra i solchi intercuspidali spiega invece la maggiore predisposizione di molari e premolari alla patologia
La carie dentale rammollisce i tessuti duri dei denti( carie superficiale) e solo successivamente li distrugge (fase penetrante). Precisamente, il processo carioso è la sola ed unica infezione dentale in grado di rammollire smalto e dentina prima di guastarli.
L’esame radiologico conferma la presenza e l’estensione della stessa. Ha un decorso estremamente lento: nella maggior parte dei casi, il processo carioso evolve in un periodo di tempo variabile dai 6 mesi ai 2 anni.
La carie non guarisce da sola: difatti, i tessuti dentali non possiedono capacità rigenerativa. L’unica soluzione per porre rimedio al processo cariogeno è l’otturazione o nei casi più gravi la devitalizzazione.
Fattori predisponenti la carie
Età: la carie è una tipica (ma non esclusiva) malattia dell’infanzia, periodo in cui i bambini sono particolarmente attirati da dolciumi, zuccheri e golosità di ogni tipo. Da considerare inoltre un importante fattore costituzionale: in tenera età, i denti sono più esposti al rischio di carie perché il grado di mineralizzazione dentale è nettamente inferiore rispetto a quello di un adulto.
In generale, l’età più favorevole all’insorgenza di carie è compresa tra i 4 e gli 8 anni e tra i 13 ed i 18.
Sesso: le femmine sarebbero secondo le statistiche leggermente più predisposte alla formazione della carie rispetto alla popolazione maschile.
Razza: secondo uno studio americano sembrerebbe che la razza nera negli USA che vivono nelle medesime condizioni della popolazione bianca sembrano essere meno suscettibili a processi cariogeni rispetto ai gruppi di carnagione bianca.
Alcune malattie: In condizioni di tossicodipendenza, febbre tifoide, anemia, vomito incoercibile, diarrea cronica, disturbi del comportamento alimentare con vomito autoindotto, le carie sarebbero più frequenti.
Localizzazione geografica e clima: Nei luoghi con prevalenza di terreni argillosi, i pazienti colpiti da carie sono molto più numerosi rispetto a quelli che popolano terreni calcarei. Un eccesso di umidità ambientale pare aumentare considerevolmente il numero di otturazioni richieste per curare carie di grado superficiale o medio.
Gravidanza: le evidenze cliniche osservano un sensibile aumento di nuove lesioni cariose proprio durante la dolce attesa.
Da ultimo, ma non certo per importanza, troviamo la scarsa igiene dentale: un’insufficiente rimozione dei residui alimentari e della placca è direttamente collegata alla comparsa della carie. I batteri – attratti dai frammenti di cibo imputridito e non rimossi con filo interdentale, spazzolino e dentifricio – possono facilmente dare origine alla carie.
L´igiene e la pulizia dentale accurata sono quindi un ottimo rimedio preventivo nella formazione della carie. Si comprende facilmente come sia indispensabile dedicare quotidianamente, e più volte al giorno, alcuni minuti del proprio tempo all’igiene dentale.
Denti sani e forti costituiscono uno scudo protettivo quasi inattaccabile contro l’insorgenza di carie.