GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2024




La rubrica

Medicina e salute, oggi parliamo della zecca

Sintomi, cosa fare, come difendersi

di Antonio Coppola
Medicina e salute, oggi parliamo della zecca

Gentili lettrici e cari lettori, prima delle meritate vacanze, diamo spazio ad un articolo curioso che ha come protagonista un ospite insidioso, a volte indiscreto ed ahimè talvolta dannoso per la nostra salute “ La Zecca”.

Molti di voi direttamente o indirettamente avranno sicuramente sentito parlare del morso di zecca, un evenienza spesso pre-estiva che nella maggior parte dei casi non ha seguiti importanti altre volte invece è legata a conseguenze anche molto serie essendo la stessa un vettore di malattie infettive.
Il morso di zecca non va sottovalutato quindi ed è per questo che oggi con questo articolo faremo luce su aspetti non chiari a tutti voi.
La puntura o morso di zecca è molto fastidiosa, non perché provochi dolore o prurito, ma perché inizialmente non ce ne si accorge nemmeno.
In genere, i primi sintomi si avvertono soltanto successivamente, quando l’animaletto comincia a succhiare il sangue ed aumenta le sue dimensioni.
Le punture di zecche sull’uomo possono provocare un quadro sintomatologico caratterizzato da gonfiore ed eruzioni cutanee. Non è detto, comunque, che si manifestino questi sintomi. Ecco perché bisogna sapere cosa fare, per affrontare al meglio la situazione.

Classificazione delle Zecche
Gli Ixodida sono un sottordine di acari che comprende tre famiglie di zecche. Le due principali sono: Ixodidae o “zecche dure” e Argasidae o “zecche molli”.
La terza famiglia che comprende una sola specie (Nuttalliella namaqua), è quella delle Nuttalliellidae. Sono parassiti ematofagi (cioè che si nutrono di sangue) di molti animali e anche dell’uomo, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive.

Descrizione
Le specie più note sono la zecca del bosco (Ixodes ricinus) e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus), lunghe più o meno 1–2 mm negli stadi giovanili, ma anche più di un centimetro nello stadio adulto.
Le zecche sono vettori di diverse malattie, sia dell’uomo che degli animali.
La piroplasmosi, o babesiosi, è causata da un protozoo che, iniettato dalla zecca tramite la saliva, si localizza nei globuli rossi invadendoli e distruggendoli provocando ittero, febbre ed emoglobinuria. Rari casi di infezione umana sono stati segnalati nel nord-est degli Stati Uniti d’America e nell’Europa settentrionale.
La rickettsiosi, o febbre bottonosa, il cui agente è Rickettsia conori e il cui vettore è la zecca del cane Rhipicephalus sanguineus appartenente alla famiglia degli Ixodidae.

Questa malattia provoca febbre, cefalea, artralgia ed una tipica eruzione esantematica localizzata sugli arti e sul tronco.La specie Ixodes ricinus (Fam. Ixodidae) può trasmettere:
- la malattia di Lyme (o morbo di Lyme o Borreliosi), della quale è stato descritto il primo caso italiano nel 1985,
- l’encefalite trasmessa da zecche (o TBE),
- la febbre Q
- la febbre bottonosa
- la erlichiosi
- Cytauxzoonosi

I sintomi
I sintomi della puntura di zecca non si manifestano nella fase iniziale, soltanto dopo ci si accorge di essere stati punti, perché l’insetto aumenta le sue dimensioni, succhiando il sangue.
Quando si provvede a staccare la zecca, la zona interessata dalla puntura si gonfia un po’, presentando una zona centrale infossata, che diventa una piccola crosta.
Soltanto in alcuni casi possono comparire sintomi più generali, come la presenza della febbre, le eruzioni cutanee e l’ingrossamento dei linfonodi. Solo quando la puntura è vicino all’occhio si può riscontrare un gonfiore che può durare anche per un paio di giorni.

Le punture di zecche possono provocare come già sopra riportato l’insorgenza di alcune malattie. Fra queste quella di più comune riscontro negli ambulatori medici è la malattia di Lyme, causata da un batterio che infetta le zecche e che viene trasmesso all’uomo. La malattia può essere riconosciuta dal medico perché presenta delle caratteristiche peculiari associate come la formazione di un eritema, da dolori articolari, dal mal di testa e dalla febbre.

TBE o encefalite da zecca
Scoperta in Italia relativamente di recente (anno 1994 primo caso in provincia di Belluno), la TBE è sicuramente la malattia più pericolosa trasmissibile da zecca infetta. C
ome già accennato poc’anzi tale malattia ha origine virale e colpisce il sistema nervoso centrale. La TBE è presente con alcuni focolai nei paesi dell’Europa centro orientale. Diversamente dalla malattia di Lyme, la trasmissione della malattia avviene entro pochi minuti dal morso della zecca. E’ importante sapere che i sintomi della TBE non si manifestano nei bambini dove resta asintomatica mentre vi è un progressiva escalation della severità della patologia con il progredire dell’età (malattia molto grave per l’anziano).
Fortunatamente in molti soggetti (circa il 70%) i sintomi della malattia non si manifestano. Nei restanti casi purtroppo, dopo un periodo di 3-20 giorni dal morso, la malattia si manifesta con febbre altissima e intensa cefalea.
Attualmente non esiste ancora una specifica terapia per questa malattia. Fortunatamente la TBE colpisce un numero minore di soggetti rispetto alla malattia di Lyme e per quelli particolarmente a rischio (boscaioli, pastori, guardie forestali ecc…) vi è la possibilità di vaccinarsi.

Cosa fare
Se un giorno dovesse capitarti non lasciarti prendere dal panico! Non serve a niente correre subito al pronto soccorso o dal dottore.
Per prima cosa devi sapere che non tutte le zecche sono pericolose per l’uomo.
La zecca per diventare infetta deve entrare in contatto con il sangue di un animale infetto (topo, uccello ecc..). Una volta infettata rimane malata per l’intera vita e può trasmettere il battere ad altri animali che rimarranno portatori sani. Si stima che solo l’uno per cento delle zecche siano infette. Quando ci si accorge di essere stati punti da una zecca, bisogna rimuoverla il prima possibile. Soltanto in questo modo l’animaletto non si nutre del sangue dell’ospite.
La rimozione deve essere effettuata in maniera delicata e non si devono utilizzare lozioni oleose, prima che l’insetto venga rimosso.Inoltre è molto importante rivolgersi al medico, se si avvertono dei sintomi tipicamente influenzali o se si manifestano infezione e arrossamento cutaneo. Specialmente dopo un’escursione in luoghi a rischio, ci si deve accertare, attraverso un’ispezione scrupolosa della cute e del cuoio capelluto.

Come rimuovere una Zecca dal corpo
Per togliere le zecche si devono usare delle pinzette. In alternativa può essere utilizzato un filo avvolto intorno all’animaletto.
Si deve chiudere la presa il più possibile vicino alla pelle e si comincia a tirare lentamente. Se non si riesce a toglierla per intero, perché la testa rimane attaccata, bisogna servirsi di un ago sterile e toglierla come se fosse una scheggia.

Se la zecca è molto piccola si può usare anche un coltellino, accertandosi di non rompere, strappare o schiacciare l’animale. Dopo tutto ciò, la zecca va buttata nel water o schiacciata con un sasso. Bisogna poi lavarsi le mani e passare una soluzione di acqua e sapone anche nella zona della puntura.

Come difendersi dalle zecche
La cosa migliore è la prevenzione:

- Evitare i terreni poco battuti ed infestati da erbe in zone di collina e bassa montagna soprattutto nel periodo primaverile ed estivo. Evitare di sdraiarsi sull’erba.
- Vestirsi preferibilmente con abiti chiari in modo da rendere più facile la localizzazione delle zecche prima che le stesse entrino a contatto con la pelle,
- Durante un escursione ad “alto rischio zecche” evitare i pantaloni corti ed effettuare un controllo visivo sugli indumenti almeno con cadenza oraria.
- Al ritorno da ogni escursione se è possibile è buona abitudine effettuare un’attenta ispezione visiva (meglio se reciproca) del proprio corpo ancora prima di salire in macchina. Le zecche preferiscono normalmente le parti molli del corpo quali: ascelle, inguine, parte interna del ginocchio, collo, ombelico ecc.. Adottando con scrupolo questo accorgimento si avrà la possibilità di rimuoverle ancora prima che si attacchino alla cute.
- Al ritorno dall’escursione spazzolare gli indumenti prima di portarli dentro le abitazioni, controllarsi nuovamente e fare una doccia
- Eventualmente vaccinarsi contro la TBE se si frequentano abitualmente le zone a rischio.

 


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11-05-2023 09:23:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA