LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Mazzette da 40 mila euro per il concorso, arrestate due prof: 48 mila euro a casa

Cristina Morone e Concetta Orabona ai domiciliari, amiche e socie

di Redazione
Mazzette da 40 mila euro per il concorso, arrestate due prof: 48 mila euro a casa

Amiche e socie. Avevano inventato un meccanismo facile per intascare mazzette di chi voleva vincere il concorso per i docenti. Soddisfatti o rimborsati: in un caso si sono dette pronte a restituire i soldi le due docenti arrestate, oggi, dalla Polizia di Pompei, nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli Nord (sostituto procuratore Paola Izzo, procuratore facente funzioni Carmine Renzulli) che ha consentito di fare luce su un giro di mazzette chieste per superare concorsi per l'insegnamento, tra cui il noto "concorsone" svolto nella primavera del 2020. Il disegno sarebbe stato attuato da due amiche docenti, Cristina Morone e Concetta Orabona, a casa di quest'ultima sono stati trovati 48mila euro. Tutto è venuto alla luce grazie a due sorelle, alunne di una delle prof, che avevano già sostenuto il concorso per la selezione di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado per gli ambiti di laboratori di tecnologia e tecniche per la comunicazione multimediale. Entrambe erano in attesa dei risultati: correzioni non erano ancora iniziate e Procura e Ps sono intervenuti prima, proprio per impedire assegnazioni di cattedre 'viziate' dalle mazzette. Le due sorelle, dopo essere state avvicinate da una terza persona, legata alle due indagate, si sono recate a colloquio con una delle docenti. Un colloquio - interamente registrato con il cellulare - durante il quale è stata formalizzata la richiesta di denaro che avrebbe assicurato loro il superamento del concorso. Non solo. In quel caso, è stato anche applicato uno sconto: si trattava di due ex alunne e di due sorelle, quindi invece di 40mila euro la somma da corrispondere sarebbe stata di 30mila. Le due ragazze hanno preso tempo, dicendo di non avere a disposizione i soldi. Poi hanno consegnato tutto agli investigatori. Analoga proposta è stata fatta anche a un'altra candidata a cui però sono stati chiesti 40mila euro. La candidata agli inquirenti ha detto che non era la prima volta che Orabona l'avvicinava per quel tipo di richiesta. In precedenza, ha raccontato, le era stata prospettata la possibilità di superare, pagando 20mila euro, un altro concorso, relativo all'assegnazione di una cattedra come insegnante di sostegno: "Se la vuoi avere mi devi 20mila euro", le era stato detto. Secondo quanto emerge dall'indagine le due professoresse, in sostanza, lasciavano intendere alle candidate che l'ingente somma sarebbe stata ripartita tra i componenti la commissione esaminatrice di cui Cristina Morone faceva parte. Gli altri componenti, però, venuti a conoscenza della vicenda, hanno presentato una querela per denunciare il sistema. Gli investigatori ne hanno accertata l'estraneità. La certezza della tentata induzione a dare o a promettere utilità, riguarda, al momento, tre candidate, ma sono in fase di valutazione molti altri casi, in alcuni dei quali le somme sarebbero stata versate. Le due prof organizzavano corsi per la preparazione ai concorsi, e anche in queste occasioni avrebbero chiesto ai partecipanti soldi per il superamento della prova. Dalle conversazioni emerge che Concetta Orabona avrebbe assicurato il superamento del concorso manovrando le correzioni delle prove (che si eseguono su una piattaforma informatica) grazie all'intervento di Morone. Mazzette per concorso: 48mila euro a casa prof arrestata Gli agenti del commissariato di polizia di Pompei, in provincia di Napoli, hanno trovato ben 48mila euro a casa di una delle due professoresse, che svolgevano anche attività sindacale, finite agli arresti domiciliari, oggi, nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli Nord che ha scoperto un giro di mazzette nei concorsi per l'insegnamento, tra cui il noto "concorsone" svoltosi nella primavera del 2020. A denunciare i fatti sono state due candidate, che hanno registrato il colloquio durante il quale sono state formalizzate le richieste. L'esposto, con i file audio, è stato presentato nel commissariato di Pompei ma il reato ipotizzato, induzione indebita a dare o a promettere ingenti somme di denaro, per superare le prove di un concorso, risulta essere stato consumato nell'hinterland a nord di Napoli.
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01-04-2021 19:11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA