SABATO 23 NOVEMBRE 2024




l'anniverario

Massa Lubrense, l'intervista a don Michele Di Martino alla vigilia dei 50 anni della Frana di Termini

"Impariamo ad essere custodi della memoria e del sapere stare insieme"

di Candida Aiello
Massa Lubrense, l'intervista a don Michele Di Martino alla vigilia dei 50 anni della Frana di Termini

Era il 16 febbraio del 1973, quando dopo alcuni giorni di piaggia ininterrotta una colata di fango e detriti si staccò dal Monte San Costanzo in località Mitigliano a Massalubfrense, e distrusse due case coloniche causando 10 morti tra cui tre bambini.
Nel cinquantesimo anniversario ddel luttuoso evento che ha segnato per sempre lo scorrere della vita nella piccola comunita terminese ci saranno due momenti di ricordo.
Il primo, domani mercoledì 15, alle ore 15,30 con una escursione-pellegrinaggio da Termini a Santa Maria della Neve, con raduno finale nel cimitero comunale alla presenza dell'aercivesco Francesco Alfano e del sindaco Balduccelli con la benedizione della lapide sulla tomba delle vittime e con la deposizione di una corona di fiori.
Giovedì 16 alle ore 15,30, raduno nella piazza di Termini, corteo verso Mitigliano e sosta di preghiera presso la lapide marmorea con benedizione dei luoghi della frana.
Al rientro, presso la chiesa dei Legionari di Cristo,la commemorazione da parte delle autorità civili e religiose. Seguirà proiezione di filmati d’epoca e di un video con le testimonianze della tragedia.
A conclusione della manifestazione, verranno letti i versi della poesia «Il pianto di Termini» del sacerdote Alfredo Ammendola.

Anche don Michele Di Martino, parroco della comunità  ha voluto alla vigilia dei 50 anni dalla ricorrenza ha voluto espremire il suo ricordo.
"Esiste un rapporto viscerale tra i terminesi ed il santo patrono Costanzo, che sovrasta con la sua cappella, dalla sommità del Monte, la popolazione" dice don Michele che continua , "abito la comunità di Termini, come parroco, oramai da 7 anni, so bene cosa vuol dire per gli abitanti alzare ogni giorno gli occhi verso un monte che rimanda echi di bellezza e tristezza".
"È necessario guardare avanti, farlo insieme, senza però dimenticare quello che è stato".

Quando il monte franò, il pastore della comunità era Don Salvatore Castellano, le due diocesi, quelle di Sorrento e Castellammare di Stabia, erano ancora divise.
Le esequie officiate da Mons. Pellecchia si tennero qualche giorno dopo l'accaduto, per consentire prima il ritrovamento di tutti i dispersi.
Da allora, il territorio massese ha subito importanti cambiamenti sociologici e culturali; ai contadini e agli allevatori di bestiame, si sono sostituiti gli addetti alla ristorazione, alla navigazione e al turismo.

La popolazione di Termini vive nel ricordo continuo, attraverso i racconti di chi quei momenti li ha vissuti. Come quello di Enrico Gargiulo, 87 anni, salvatosi per miracolo, oggi vive con la sua famiglia, è un non vedente e si dedica alla realizzazione di cesti di vimini.
I coraggiosi volontari, che ne febbraio del ’73 soccorsero le famiglie in difficoltà, sono testimoni di quanto è accaduto per le giovani generazioni.
Ma la memoria di cui dobbiamo essere custodi, riguarda anche il saper stare insieme, il saper prendersi cura dell'altro.

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14-02-2023 18:50:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA