LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




musica

Marina Bruno e Napoli, una storia d’amore

L'artista stabiese presenta Parthenoplay, il suo ultimo lavoro dove interpreta in chiave jazz i grandi classici della canzone napoletana

di Veronica Vanacore
Marina Bruno e Napoli, una storia d’amore

Marina Bruno nasce a Castellammare, e mostra prestissimo doti innate di vocalità e presenza scenica. Se ne accorgono in tanti, per primi gli stabiesi come Marianna De Martino, Camilla Scala, e, non ultimo, Ciro Madonna. 
La avviano al teatro musicale, facendole conoscere i tesori che hanno reso Napoli immortale.  La scopre, poi, il genio: Roberto De Simone, il quale, quasi subito, le affida il ruolo di protagonista della sua opera cult, “La gatta Cenerentola”, capolavoro assoluto.
A quel punto il legame di Marina con Napoli è già indissolubile: che si tratti di cantare Viviani o un classico dell’800, una antica villanella o una trascinante tammurriata, Marina è sé stessa, un tutt’uno con l’opera d’arte. “La sua voce sgorga come acqua cristallina da una fonte”, ebbe a dire De Simone di lei.
Giunta ad una matura consapevolezza del suo percorso, ha iniziato a pubblicare una sorta di personale antologia della canzone napoletana, che ha come prima tappa “Parthenoplay”, album pubblicato nel 2020.
Oltre a Giuseppe Di Capua, pianista ed autore degli arrangiamenti, anch’egli stabiese, l’hanno affiancata i migliori musicisti campani nell’ambito jazzistico, quali Aldo Vigorito, Alessio Busanca, Peppe La Pusata, Tommaso Scannapieco, Gianfranco Campagnoli, Pierpaolo Bisogno,  Claudio Romano. Ospiti d’onore nel disco sono, attraverso le loro voci, Erri De Luca, Mariano Rigillo e Lorenzo Marone.
Il linguaggio jazzistico in “Parthenoplay” accarezza i capolavori napoletani, esaltandone la bellezza, rendendone possibile l’ascolto anche ai non appassionati del genere. E Marina interpreta a suo modo, con passione e intensità, forza ed eleganza, i brani che hanno trovato posto in questa prima playlist. Tra essi spiccano una “Maruzzella” in 5/4, una “Napul’è” “attraversata da “Figli delle stelle”, una “Funiculì”innestata in “Nostalgia in Times Square” ed una “Rumba degli scugnizzi” ibridata con “Caravan” di Duke Ellington.
Un discorso a parte meritano i due brani piano e voce che aprono e chiudono il disco, entrambi con al pianoforte Alessio Busanca, altro grande talento stabiese.
Il primo è una versione intima di “‘O surdato ‘nnammurato”, che si apre con la voce da brividi di Mariano Rigillo, intensissima; l’altro è “Io te voglio bene assai”, non a caso la canzone napoletana più antica, che prelude al prossimo capitolo dell’antologia al quale Marina Bruno sta già lavorando: “Parthenope’s Songbook vol.1”.


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28-05-2020 17:11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA