Ecco un articolo estrapolato dalla rubrica Habillè una pagina Facebook che cura di cultura, arte, moda, fotografia e cinema, il tema cinematografico in questione è un parallelo tra 2 colossi del cinema cult.
Discorrendo di “The Passion” e “Gesù di Nazareth”. Jim Caviezel, interprete del Cristo nella pellicola insuperabile di Mel Gibson è, in senso assoluto, l’uomo più bello che abbia mai interpretato il Messia nella storia del cinema Mondiale. Ho avuto il piacere di vederlo personalmente a Ravello, ed i suoi profondi occhi blu (divenuti castani nel film per esigenze di copione), uniti ad un atteggiamento umile e silente (camminava verso l’hotel Rufolo guardando il suolo con una serietà impressionante), ne fanno ancora oggi una star atipica nell’ambito del mondo di celluloide statunitense. Peraltro Caviezel, subito dopo le riprese del film di Gibson, ha dovuto abbandonare la carriera di attore perché colto da una profonda crisi interiore, che l’ha portato a diventare un mirabile uomo di Dio. Egli infatti oggi, nel corso di convegni internazionali, diffonde la parola di Gesù trattando ampiamente del Vangelo, sempre accompagnato dalla sua innamoratissima moglie. “The Passion” trova un illustre antecedente nel capolavoro assoluto di Franco Zeffirelli “Gesù di Nazareth”. All’interno di questo potente ritratto tutto italiano della vita di Gesù, spiccano per ineffabilità, l’elevatissima qualità della fotografia ed un cast di prim’ordine, che vede al suo esordio un ateo (incredibile a dirsi) Robert Powell, il quale impersona con una imprevedibile autenticità proprio il Re dell’Universo, ed Olivia Hussey, considerata dalla critica internazionale, l’interprete della Madonna, più bella di tutti i tempi. Prima di giungere, per motivi di brevità, alla conclusione del nostro pezzo, vorremmo dichiarare che forse il cinema italiano non avrà mai più un regista sensibile come Franco Zeffirelli, il quale ha diretto nel 1981 il film più delicato della storia del cinema intercontinentale, ovvero “Amore senza fine”. In merito alla figura di Maria, Madre di Cristo, incarnata dalla meravigliosa Hussey, possiamo senza alcun dubbio affermare, pur senza una diretta competenza in materia di teologia, ch’ella rappresenta la dolcissima vendetta di Dio nei confronti della proterva, violenta mano dell’uomo, nei rispetti della donna.
Articolo e scelta foto a cura di Paul Key e Cristiano Vettosi