La fiamma di una candela rompe il buio della sala, illumina il viso di una donna vestita di stracci.
Canta. La voce spezzata ed il passo incerto raggiungono il palco.
Diventa fiera, Maria Maddalena, quando incontra lo sguardo del pubblico.
Si fa strada tra le candele come una bambina in una grotta, smarrita e curiosa.
Lina Sastri, interprete e regista del monologo tratto da “Fuochi” di Marguerite Yourcenar, incarna la donna, l’archetipo, forse più discussa della storia religiosa.
Liberata da Cristo, quindi “salva”, ne diventa seguace.
Racconta la sua storia, accompagnata dalle musiche di Filippo D’Allio e Gianluca Mirra, evocandone altre simili, unite dall’esaltazione spirituale che somiglia al peccato: la passione.
La passione di Maria Maddalena è la sofferenza di un desiderio insoddisfatto, espressione potenziata dell’amore. L’eco del dolore è vivido ed incandescente nei suoi occhi, nelle sue parole, nel canto che passa dal disperato al liberatorio.
Le luci e le installazioni sceniche di Bruno Garofalo amplificano le sensazioni, ripercorrendo le tappe della storia di Maria Maddalena in un gioco di contrasti tra colori caldi e freddi, dal dolore alla liberazione.
Fasci di luci improvvisi e di ghiaccio, si fanno metafora della luce divina e della impossibilità di raggiungerla, di toccarla, pur essendone Maria Maddalena oltrepassata, accecata, benedetta.
Non se ne libera di quella passione di cui viene privata, Lina Sastri, la porta con sé fino alla fine dell’interpretazione, esasperazione di un destino d’amore che è l’abbandono.
Maria Maddalena non viene salvata da nulla, schiva solo ciò che ha scelto di non avere, ciò che viene sottratto all’amante appassionato: la felicità.
Tra le potenti figure femminili che Lina Sastri ha portato in scena nella sua brillante e pluripremiata carriera, Maddalena ne completa (per ora) il quadro ed esalta la sacralità ed autenticità napoletana dell’artista, nella splendida cornice del Teatro Sannazzaro fino al 20 febbraio.
Dalla passione che libera e macchia, purifica e condanna, all’amore infranto e vittima dell’abbandono, dal perdono alla colpa, Maria Maddalena, è salva e schiava perpetua.
È un’anima innocente che percorre il proprio destino credendo di cambiarlo, ma che l’amore conduce alla destinazione di chi ama e viene messo da parte.