I bambini giocano, poi si buttano in mare continuando a divertirsi tra le onde. "Io ci porto sempre i miei figli, non ci credo che fa male" dice convinta una giovane mamma. A tenere pulita la spiaggia dei volontari che la mattina presto rimuovono l'immondizia portata dal mare. C'è chi in quella sabbia nera, addirittura, s'immerge pensando abbia un effetto terapeutico. "Ci vengo da anni con i miei nipoti" ribatte una signora più anziana. Eppure non la pensano così i funzionari dell'Arpac. Per l'agenzia regionale dell'Ambiente il mare tra la foce del Sarno e l'inizio del lungomare è tra i più inquinati della Campania. Un bollettino di divieto di balenazione che viene diramato ogni anno e ad ogni estate disatteso soprattuto da famiglie con bambini, che non potendosi permettere i lidi a pagamento, affollano il tratto di spiaggia di via dei Gasperi. Salmonella, epatite e tifo sono le malattie che rischia di contrarre chi si immerge nel tratto di mare che va da Marina di Stabia all'inizio del lungomare. Eppure ogni estate il pezzo di costa incriminato è più affollato, soprattutto da bimbi e anziani. Anche la Goletta Verde di Legambiente solo pochi giorni fa ha messo la bandiera rossa sulla foce del Sarno, dalle analisi risulta che i batteri presenti sono più del doppio di quelli consentiti dalla legge. Nei suoi controlli l'Arpac ha preso come riferimento due parametri: Escherichia Coli ed Enterococchi Intestinali. Un confronto con i dati degli anni precedenti fotografa una situazione praticamente identica. Sul banco degli imputati ci sono gli sversamenti illegali nel fiume, come sta accertando un'inchiesta della Procura di Torre Annunziata. Ma per i bagnanti non si corre alcun rischio: "Se è inquinato qui, lo è anche a Positano e Amalfi".