MERCOLEDÌ 05 FEBBRAIO 2025




La storia

Mamma di 183 chili partorisce un maschietto, l'equipe medica: "Operazione eccezionale"

La donna e il piccolo, nato al Ruggi di Salerno, stanno bene

di Redazione
Mamma di 183 chili partorisce un maschietto, l'equipe medica:

Stanno bene mamma e figlio. Una storia a lieto fine, tirando tutto un sospiro di sollievo adesso la famiglia può festeggiare il fiocco blu. Arrivata fino all'ottavo mese è stato necessario un delicato parto cesareo per tenere la donna e il suo piccolo lontani da qualsiasi rischio. Parto complicato a Salerno dove una donna di 183 chili ha dato alla luce un maschietto del peso di 4,400 grammi a 34 settimane di gestazione, nel Reparto di Gravidanza a rischio dell'Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona.
I medici che l'hanno operata lo hanno definito un parto "davvero eccezionale". In sala operatoria erano presenti dieci medici tra ginecologi, anestesisti, cardiologi, rianimatori e neonatologi. una trentottenne salernitana che vuole mantenere l'anonimato, è stata assistita dai medici Raffaele Petta, Mario Polichetti, Antonio Iannelli e dalla ostetrica Sonia Pagano. Il piccolo è stato affidato alle cure della neonatologa Graziella Corbo.
"Il parto di una signora di tale peso con una imponente elefantiasi agli arti inferiori - spiega Raffaele Petta, direttore del Reparto di Gravidanza a rischio - rappresenta sicuramente un evento raro. Avevo già operato con la équipe della Gravidanza a rischio con i medici Mario Polichetti e Joseph Allegro, nel 2012, una paziente del peso di 176 chili, ma con questa paziente ci siamo spinti ben oltre".
"E' stato necessario ricorrere a una postazione particolare - ha aggiunto Petta - in grado di adattarsi alle caratteristiche fisiche della signora; inoltre, essendovi un alto rischio di embolia polmonare per il sovrappeso della paziente e per i precedenti tromboembolici, si è ricorso al sistema di compressione sequenziale per la prevenzione della trombosi profonda utilizzando particolari gambali pressurizzanti, procurati dal responsabile della Sala Operatoria Luigi Giorgio".
Estremamente complesso si è rivelato il taglio che abitualmente si esegue nei cesarei. "Avrebbe comportato una necrosi della ferita con infezioni gravissime, a volte anche letali - ha specificato il medico - abbiamo quindi optato per un taglio inusuale, trasversale sempre, ma tre centimetri sopra l'ombelico. Ci ha consentito di minimizzare i rischi e le complicazioni legati all'intervento".

 

 


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30-07-2016 13:29:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA