“I semplici gesti tecnici, la base per la crescita dei giovani atleti”. Si comincia da qua per Saby Mainolfi il coordinatore dell'attività di base della Juve Stabia sulla crescita dei giovani talenti. Spesso si parla poco di giovani e di cio’ che fanno le società calcistiche per farli crescere al meglio, ne abbiamo parlato con il tecnico dei più piccoli.
Nel mondo di oggi tanti ragazzi sognano di diventare calciatori "ricchi e famosi", come si fa a riconoscere se in qualcuno ci sono le doti per il successo?
“Credo che sia molto difficile prevedere se un ragazzo diventerà ‘ricco e famoso’, poiché nel cammino sportivo ci sono sempre imprevisti. La base per creare un calciatore di domani, nella mia modesta idea, si trova nei semplici gesti tecnici, quali il passaggio, la ricezione, il dribbling, il tiro, cio’ ti dà l’idea del suo bagaglio personale. Dopo, nella formazione psico-fisica subentreranno gli imprevisti, ed in quella fase se il calciatore avrà la fiducia in se stesso e la sua motivazione lo aiuterà a credere in sé e a superare tutti i dubbi e le paure quando gli si presenteranno gli ostacoli, forse con un po' di fortuna e tanto sacrificio, potrà diventare ‘ricco e famoso’".
Sappiamo che lei preferisce il calcio fantasia al calcio muscolare, ma non si trova in difficoltà in un mondo sempre più volto al fisico?
“ Personalmente no, il mio ruolo è rivolto alla formazione dei ragazzi dell'attività di base, in questa fase il ragazzino quando è in campo ha solo voglia di superare il suo avversario con piu’ fantasia possibile, noi addetti abbiamo l'obbligo di dare a questa fantasia un giusto sfogo e riuscire a metterla a disposizione del collettivo”.
A differenza di altri paesi Europei, in Italia i giovani che riescono ad esordire nei club professionisti lo fanno ad una età mediamente maggiore, perché ?
“ Credo siano svariate questioni, la prima bisogna ricercarla nella società civile, l'Italia sta attraversando un periodo di crisi, manca il lavoro, tanti piccoli talenti vengono bruciati indirettamente dai propri genitori che, vedendo in loro una fonte per una qualità di vita diversa, consegnano i ragazzini in mani sbagliate, mi è capitato molto spesso che per visionare un bambino di 12 anni, avrei dovuto parlare con ‘il procuratore’. E poi, credo che in Italia a differenza di altri paesi come Spagna, Inghilterra, Olanda, Germania, ci siano più procuratori che giocatori, e il grande sbaglio delle società professioniste è stato quello di dare agio a queste figure, che oggi si sostituiscono anche agli osservatori, proponendo di continuo calciatori, che nel tempo non dimostrano nessun valore per poter esordire nel calcio che conta”.
Questa è una considerazione forte, diciamo che non preferisce la figura del procuratore?
“Assolutamente si, ne ho avuti da calciatore e apprezzo i sacrifici che alcuni di loro fanno quotidianamente nel mondo calcistico, ma sottolineo che la loro importanza deve subentrare qualora un calciatore si appresta a diventare maggiorenne, nel momento in cui si contrattualizza con una società professionistica, il procuratore a partire dalla sua conoscenza delle norme, è il garante dei rapporti a tutela del calciatore; ripeto è sbagliato che un procuratore diventi talent scout”.
Tornando al calcio giovanile, il movimento in Campania come lo considera?
“ È una risposta di parte, in quanto mi vede protagonista. Scherzi a parte, diciamo che siamo la regione che cresce più talenti, abbiamo tante società professioniste: Napoli, Avellino, Salernitana, Casertana, Benevento, Juve Stabia, Ischia, Paganese, di conseguenza sono tantissimi i ragazzini che sono impegnati nei campionati nazionali di settore, sarebbe bello che tra le società si metta da parte un po' di rancore e si navighi tutti nella stessa direzione, la mia idea che la prima squadra della nostra regione in ambito di Champions League negli anni possa diventare tipo Atlethic Bilbao, cioè con 24 Campani, le persone con cui mi confido, mi dicono sempre che sogno, ma non si sa mai che i sogni diventino realtà.
Per finire, Juve Stabia presente e futuro?
“ Ho un accordo che mi lega al settore giovanile con il direttore Alberico Turi fino al 15 giugno, nell'imminente dobbiamo portare a termine altri 3 tornei, alla fine faremo le valutazioni. Sono contento del lavoro svolto in questo triennio, abbiamo costruito gruppi nell'attività di base davvero importanti. Mi riempie di gioia la loro, con ragazzi provenienti da tutte le province campane, abbiamo nello stesso tempo portato 6 atleti sotto età ad esordire nel Campionato Giovanissimi Nazionali, credo che per una società di Lega Pro avere un'attività di base partecipante a tutte le attività sia un pregio. Poi la mia esperienza mi dice che nel calcio può succedere di tutto, quello che oggi risulta vero, domani non lo è più”.