Dalla polvere per la disfatta di quattro anni fa contro la Svezia di Ibra, agli altari di pochi mesi addietro che rimettevano la nostra Nazionale sul tetto d'Europa, fino al dramma di ieri sera a Palermo contro la Macedonia del Nord che ha buttato fuori dai mondiali gli azzurri per la seconda volta consecutiva.

Un fallimento che a dire il vero nessuno si aspettava e che è maturato più per episodi sfavorevoli nel corso del girone di qualificazione che per altro, anche se alla luce degli ultimi accadimenti resta evidente che a questa squadra mancano carattere e leaders veri in campo, a cui il duo Mancini Vialli nonostante la forte personalità non è in grado di  supplire.

Poco da dire sulla gara contro i volentorosi ma più che modesti macedoni, che si difendono ad oltranza e con l'unico tiro in porta sbancano il "Barbera" di  Palermo e vanno allo spareggio finale con il Portogallo vincitore sulla Turchia per 3-1.

Per il Ct Mancini, una delusione troppo grande per parlare del suo futuro sulla panchina azzurra, bisognerà attendere qualche giorno per capire se il Mancio avrà voglia e stimoli, forte anche del contratto lungo che lo lega alla nazionale per rimanere e ripartire daccapo, o se vicevrrsa prevarrà il desiderio (visto che ha mercato) di tornare al campo quello vero, con una squadra di club di prima fascia.
Di sicuro ci sarà da rifondare ancora una volta a distanza di quattro anni, ma per farlo Gravina dovrà ripartire dalle fondamenta di questo calcio sempre più malato, dove gli interessi dei club vanno ben oltre i valori legati alla Nazionale.
Per i tifosi restano invece amarezza e delusione.