GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




la storia

Ma che vuò, la prima emoji tutta italia

La storia di Adriano Farano, dai giornalini agli amici di famiglia alla Silicon Walley fino alla mano a cuoppo

di Biagio Vanacore
Ma che vuò, la prima emoji tutta italia

Conosco Adriano Farano fin da quando è nato e non mi stupisce la sua verve, visto che fin da bambino ogni settimana creava da solo un giornalino che aveva chiamato "newspaper", scritto rigorosamente a mano e con tanto di disegni. Giornalino che poi “vendeva” a noi amici di famiglia.
Se proprio devo trovare un difetto ad Adriano è quello di essere tifoso della Juventus, ma è un peccato che gli si può perdonare pensando a tutte le cose belle che ha fatto fino ad ora nella vita.
Tutto questo per dire che non mi meraviglia che sia stato lui ad essere il primo italiano a proporre alla Unicode Consortium (un consorzio senza fini di lucro), che regola a livello internazionale le emoji, la prima faccina made in Italy. “Ma che vuò”, il classico gesto della mano a cuoppo come lui stesso dice, spiegando tutta la napoletanità che si nasconde questa gestualità.
Adriano Farano studi alla Luiss, è diventato famoso in California per essere uno di quelli che è "arrivato", ma quanti sacrifici ha fatto. Partito dall'Italia con 600 euro e la voglia di farcela, ha creato Watchup, un'App che reinventa il concetto di telegiornale, restituisce valore a un'informazione di qualità e combatte le fake news. Ovviamente, come faceva con il giornalino, rivendendola poi per una cifra milionaria a Plexa.
Ho chiesto ad Adriano che, nel frattempo si è trasferito da qualche mese dalla Silicon Walley a Parigi, lui che è originario di Cava de’ Tirreni, città che non dimentica mai di citare nelle interviste che rilascia, come è nata l’idea di “ma che vuò”: "Un gesto naturale per me, ma fatto per caso mentre a San Francisco stavo parlando di limoncello (da quando vivo all’estero me lo preparo da solo) con la mia amica Jennifer Lee, quando quasi per caso mi è venuto naturale rispondere con questo gesto a una sua domanda; Jennifer che lavora per Emojination dopo la mia spiegazione, mi ha proposto di trasformare questo gesto in una faccina per Emoji, il resto è venuto da sé".
Chiacchierando su messanger gli ho poi domandato: come ti senti ad essere il primo italiano ad aver raggiunto questo risultato? Lui, con l'umiltà di sempre, ha risposto: “La considero come la rivincita della verve italiana in generale e napoletana in particolare per riacquisire quel ruolo di leadership nella comunicazione globale che, tra Commedia dell’arte e Opera, canzone napoletana e Cinecittà, abbiamo sempre avuto. Finora non esisteva neanche un emoji italiano. Speriamo sia l’inizio di una lunga serie”.
Non resta che aspettare l’autunno quando “ma che vuò” sarà inserita nelle lista delle “faccine” conosciute in tutto il mondo e utilizzarla con orgoglio tutto italiano.


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03-02-2020 16:40:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA