Soprattutto mostre, ma anche moltissimi spettacoli musicali. Festival, concerti, teatrali, di danza, cinematografici e sportivi, oltre a restauri, convegni, conferenze: è variegata e capillare l'attività culturale delle banche in Italia, con una quantità di iniziative stimabili, da nord a sud, in circa 7.000 unità in un anno. È quanto emerge dal libro di Costantino D'Orazio 'La cultura delle banche oggi.
Viaggio attraverso un anno di iniziative', promosso dall'Abi per monitorare un ampio settore d'intervento, che sta trasformando l'insieme degli Istituti di credito forse nel maggiore operatore culturale del paese.
''Noi non riusciamo ad avere un censimento completo delle attività di questo tipo che vengono realizzate in tutta Italia ogni anno'', ha detto il presidente dell'Abi Antonio Patuelli presentando il volume alla stampa, e questo nonostante i progetti unitari portati avanti negli ultimi anni, da 'Invito a Palazzo', che per un giorno apre le porte degli edifici storici più prestigiosi, alla messa in cantiere del 'Museo virtuale delle banche', che riunirà in versione digitale i tesori d'arte lì custoditi. Del resto, ha proseguito, nella ricerca di D'Orazio è evidente come la maggior frequenza di iniziative venga realizzata nei centri con meno di 50.000 abitanti, dove le relazioni tra cittadini e istituzioni sono più strette, dove ci si conosce tutti. È dunque un pullulare di eventi, messi a punto dalle banche, a volte in collaborazione con le fondazioni bancarie, altre singolarmente, che raccontano ''un'Italia fatta di comunità locali, ricca di stimoli, di memorie e consapevolezze'', ben diversa da quella ''massificata'' che prospettano i media.
Dunque ''un viaggio anticonformista sull'intero territorio nazionale'' quello narrato da D'Orazio, che ha compiuto la sua ricerca su un campione di circa 2.500 iniziative ideate da 200 banche. Secondo calcoli statistici, dal momento che gli istituti di credito italiani, di ogni dimensione, sono 700, allora è stato stimato che il numero degli eventi tocca il tetto di 7.000. Tra le iniziative artistico-culturali raccontate nel libro al primo posto si trovano cinema, teatro, musica e danza che rappresentano il 27%. Seguono i progetti educativi e di formazione (23%), la sponsorizzazione e l'organizzazione di mostre (19%), lo sport (10%) e l'editoria d'arte (8%). Ma, osservando invece la tipologia degli interventi realizzati, al primo posto si trovano le mostre (493), quindi la musica (418), l'educazione (373), lo sport (227), l'editoria (205), il teatro (165), le conferenze (144), il cinema (76), i restauri (45), i prestiti di opere (30), la danza (20), la convegnistica (14), la cultura (10), lo spettacolo (9), l'arte (5) e infine la poesia (2).
La regione dove le banche sono più attive dal punto di vista culturale, è la Lombardia (619 eventi), seguita dall'Emilia Romagna (433) e il Veneto (293). Moltissime iniziative anche in Trentino Alto Adige (255), mentre all'ultimo posto figurano la Basilicata (6), il Molise e la Valle d'Aosta con due. Ma è solo il dato che scaturisce dal campione, due terzi del totale delle banche deve ancora essere analizzato. E, aggiunge Patuelli, ''i numeri sono per difetto''.
Se ''da più di 700 anni gli istituti di credito - dice il presidente dell'Abi - coniugano l'impegno per lo sviluppo economico della propria comunità, con quello per la crescita culturale'', lo spirito è però molto cambiato. Il mecenatismo (che dal XV secolo ha contraddistinto l'azione dei banchieri rinascimentali, mai più abbandonato e perseguito soprattutto per ribadire il proprio enorme potere) lascia ora spazio, sottolinea D'Orazio, a una più concreta e sociale volontà di 'restituzione'. ''Le banche ci sono sempre - prosegue l'autore - dal Premio Campiello al Festival di Ancona, dai disegni di Leonardo al concerto di Giovanotti''. Con una crescita considerevole delle varie professionalità in questi ambiti, conclude, tanto da posizionare l'attività delle banche al vertice tra gli operatori culturali in Italia.