LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Latitanza d'oro per il boss Imperiale, gli Emirati Arabi pronti all'estradizione

Il narcos di Castellammare nell'elenco dei super ricercati, si nasconde a Dubai dove vive in suite di lusso

di Redazione
Latitanza d'oro per il boss Imperiale, gli Emirati Arabi pronti all'estradizione

C’è anche lui tra i superlatitanti che ora cominciano a tremare. Il narcos di Castellammare Raffaele Imperiale che si nasconde a Dubai è nella lista di quelli che potrebbero tornare in Italia ore che l’accordo c’è. Da anni ha fatto perdere le sue tracce, dopo avere costruito il suo impero sulla rete di traffici internazionali di droga tra il Sud America e il clan napoletano degli scissionisti. A settembre nella villa dei genitori alla periferia di Castellammare la Guardia di Finanza ha ritrovato i due quadri di Van Gogh rubati ad Amsterdam, ma il conto che ha aperto la giustizia italiana nei suoi confronti è lunghissimo. Nel sequestro scattato al suo patrimonio solo un pezzo del tesoro che il latitante è riuscito a custodire in questi anni. Ma ora potrebbe cominciare a tremare, insieme ad altri super ricercati. Gli Emirati Arabi hanno ratificato il trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con l'Italia. Fino a qualche mese fa Raffaele Imperiale, abitava con la famiglia in uno degli alberghi più lussuosi del mondo, l’hotel Burj Al Arab di Dubai, dove una stanza costa 1500 euro a notte. Ma lui preferiva  le suite. Organizza feste e crociere e intanto procura droga ai clan che si sbranano per conquistare le piazze. Nato da una famiglia di imprenditori di Castellammare, fino all’ottobre scorso non era mai stato coinvolto in procedimenti giudiziari, ed era conosciuto solo dai camorristi, dai commercianti di droga e dalle polizie di mezzo mondo. Adesso la sua sorte è affidata alle forze dell’ordine degli Emirati che dovrebbero arrestarlo e spedirlo in Italia. A renderlo noto è il deputato Pd Davide Mattiello, che da tempo chiede la ratifica, da parte del Parlamento italiano, di questo trattato che consentirebbe il rientro in Italia dei latitanti fuggiti negli Emirati. "L'Italia non ha ancora ratificato quel trattato - dice Mattiello - che brutta figura. Nessuna delle spiegazioni che dal marzo 2016 il Governo in vari modi ha dato sulla questione della mancata ratifica dell'accordo di cooperazione giudiziaria e di estradizione tiene più: nemmeno le perplessità manifestate dal Quirinale sulla pena di morte, dal momento che l'accordo firmato dal Ministro Orlando nel settembre del 2015 è in tutto simile a quello che abbiamo con altri Paesi che contemplano la pena di morte, come gli USA".
"Si apprende ora - spiega il deputato - che gli Emirati hanno proceduto sulla strada della ratifica di quell'accordo e quindi l'urgenza aumenta: che brutta figura rischia di fare l'Italia, con uno dei suoi principali partner economici! Vale la pena rammentare ancora una volta che esiste sempre e comunque il canale della così detta cortesia diplomatica per ottenere l'estradizione dei latitanti italiani e che in ogni caso diventa difficile persuadersi che il trattato, qualora dovesse essere ratificato anche dall'Italia, non varrebbe che per il futuro.
Ancora la scorsa settimana sono intervenuto in Aula per sollecitare la risposta del Governo tanto alla interrogazione che ho a suo tempo presentato, quanto alla risoluzione votata a larga maggioranza in Commissione Giustizia nell'ottobre del 2016: ma dal Governo nessuna reazione. Peccato".
Tra gli italiani che hanno trovato rifugio negli Emirati (alcuni con condanne definitive altri non definitive), oltre Imperiale vi sono l'ex parlamentare Amedeo Matacena, l'ex ad di Eutelia, Samuele Landi, il costruttore Andrea Nucera e la compagna. 


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16-02-2017 13:19:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA