DOMENICA 08 SETTEMBRE 2024




In scena fino al 12 febbraio

L’amore fragile che allarga i danni

Personaecore di Sandro Dionisio al Ridotto del Teatro Mercadante

di Federica D'Auria
L’amore fragile che allarga i danni

Nella sala d’attesa dell’ufficio invalidi di una malandata Asl, si apre uno scenario tanto sconcertante quanto, purtroppo, vero. Quattro solitudini si incontreranno e si scambieranno consigli, richieste, frustrazioni.

C’è subito un sottotesto emotivo che lega i personaggi di Personaecore (testo e regia di Sandro Dionisio), un’alleanza, un patto tacito: dirsi tutto quanto è vero, complici nella menzogna solo di fronte allo Stato dormiente (o impotente, perché umano).

E così, un’anziana donna, simpatica e fumatrice incallita (magnifica Tina Femiano) racconterà ad una perfetta sconosciuta, e a cuore aperto in uno straziante, dolcissimo monologo finale, il peso del suo amore di cui ormai ha cura come fosse un corpo morto ( “… di quel corpo che ho tanto desiderato”).

Ne parla con una giovanissima e prorompente nonna (poliedrica Antonella Romano), ironica quanto irriverente che suggerisce subito a chi incontra, le esigenze più rapide, quelle frutto della fame sociale che lei pare conoscere ( “… apprufitta!”).

La donna esorta Gloria (magistrale Francesca Fedeli) ad approfittarne, di quel pacchetto di sigarette trovato per caso, che soddisfa i suoi bisogni repressi dal rapporto fragile, tossico, dipendente con Buonsignore (bravissimo Roberto Azzurro).

I due capovolgono la scena e l’Asl subisce una metamorfosi: diventa un tribunale kafkiano.

Gloria è una giovanissima, bella, ragazza con una disabilità mentale. Buonsignore, molto più grande di lei e stropicciato dalla vita, l’ha accolta in casa sua per tenerezza, per compassione o forse per interesse (e le cose possono anche non escludersi a vicenda). È il suo tutore, ha la delega per prendersene cura e per gestire le sue finanze. E pare, e questo è quanto denuncia Gloria alle dottoresse dell’Asl (ancora Tina Femiano ed Antonella Romano), che Buonsignore solo dei soldi si occupi più che del suo benessere emotivo.

La conferma della lucidità e verità della confessione di Gloria esplode con un episodio violento sotto gli occhi delle dottoresse, che non reagiscono ma osservano (proprio come uno Stato che assiste alle cose ma non nelle azioni).  

Gloria è innamorata di Alduccio, un ragazzo giovane e bello che le ha proposto di andare a vivere a casa sua, di lasciare Buonsignore che no, non si rassegna e che manipola la situazione al punto da rendere la ragazza complice immediatamente dopo averla resa vittima (anche se Gloria pare avere qualcosa in più, una furbizia sottile). Dovrà vivere con lui, pena la reclusione in una casa di cura.

Chi ha fatto incontrare questi personaggi deve essere un “Dio del dispetto e del paradosso” perché si verifica lo scenario che suggeriva Gloria tutte le volte che sofferente, si portava la mano alla testa e diceva: “così il danno s’allarga”.

Il danno si è allargato. E un angelo dominerà la scena finale in corpo (Francesca Fedeli) e in voce calda e potente (Nadia Carlomagno) per affievolire l’asprezza e riportare i personaggi in quello stato di grazia che lascia il dolore.

“L’angelo è il giudizio divino che dà il commiato ai personaggi della storia, è un canto di riconciliazione e di gioia al di là di ogni ferita che lo spettacolo racconta”, spiega Nadia Carlomagno.

E continua Francesca Fedeli: “l’angelo è un personaggio a sé, dà il suo giudizio sull’umanità e per caso, e così come per caso accadono le disgrazie, per caso anche Gloria e Buonsignore si ritrovano descritti”.

Personaecore è un atto unico di un’ora, una sincope di luce che attraversa con fatica il buio mentale, i rapporti di forza, le difficoltà economiche e sociali.

Delicata e corposa la regia di Sandro Dionisio che ha scritto un testo tanto intenso da rendere lo spettacolo capovolgibile, interpretabile anche alla rovescia.

Sandro, chi è per te una Personaecore?

La Personaecore è una persona che empatizza con il mondo e quindi si fa attraversare dal dolore sotteso nel mondo ma anche dalla gioia. Una Personaecore è anche una persona che ha un senso di sé a volte distante dal reale, ma poco importa visto che poi il reale è sempre soggettivo.

La non-reazione delle dottoresse dell’Asl, nel momento in cui la denunciante riceve lo schiaffo davanti ai loro occhi, vuole in qualche modo rappresentare l’immobilità dello Stato di fronte alle ingiustizie?

Esattamente. Ho detto proprio ai miei attori che il giudizio è immobile e la vita reale dipana a monte il giudizio divino o burocratico. Ho chiesto agli attori di diventare “Idra” con due teste, un mostro kafkiano che posa sui destini del mondo. Un giudizio atroce, insomma. Gloria e Buonsignore sono due disgraziati, così come senza grazia e forse, senza colpe, sono anche i pubblici ufficiali quando devono risolvere situazioni difficili.  

Questi personaggi hanno un doppio ruolo, e duplice può essere l’interpretazione che arriva al pubblico, dipende dal modo soggettivo con cui si guarda, dal diverso grado di empatia.

Sono previste altre date?

Per il momento non abbiamo altre date ma le stiamo cercando perché ci è parso che questo piccolo meccanismo funzioni bene.  Lo Stabile ha dato fiducia ad un progetto così complesso ed io gli sono profondamente riconoscente. Stiamo cercando altre date tra la Campania ma anche Roma e Firenze.

Personaecore è ancora in scena nella sala del Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli fino al 12 febbraio. Uno spettacolo in cui riconoscersi diventa tanto doloroso quanto semplice.

 

PERSONAECORE

testo e regia Sandro Dionisio
con Roberto Azzurro, Francesca Fedeli, Tina Femiano, Antonella Romano
scene Renato Lori e Gilda Cerullo
costumi Marianna Carbone
luci Carmine Pierri
musiche Gaemaria Palumbo e Giosi Cincotti
angelo in voce Nadia Carlomagno | Dicitencello vuje è cantata da Pietra Montecorvino
aiuto regia Gianfranco Antacido
direttore di scena Enzo Palmieri
fonico Guido Marziale
sarta Annalisa Riviercio
foto di scena Mario Spada
assistente produzione tirocinante Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo De Luca
assistente scenografa tirocinanteAccademia di Belle Arti di Napoli Marianna Antonelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale


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09-02-2023 12:30:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA