LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il ricordo

L'addio a Pippo D'Angelo, don Michele: "Innamorato della città e dei beni della città, facciamo tesoro di quanto ci ha lasciato"

In tanti ai funerali in Cattedrale dello studioso di Castellammare, folla e commozione

di Christian Apadula
L'addio a Pippo D'Angelo, don Michele:

"Noi dobbiamo fare tesoro di tutto quanto Pippo ha lasciato alla famiglia, a tanti altri e ad una platea più vasta. Quest'uomo ci è stato donato”. La voce di conforto è quella di don Michele Di Martino, che riscalda i cuori dei tantissimi che hanno voluto esserci nel giorno dell’addio al professore D’Angelo. “Grazie Pippo. In nome tuo cercheremo di essere uomini e donne saporite” dice mentre la sua voce si rompe in un attimo di commozione. La cerimonia, oggi pomeriggio in una Cattedrale gremita in cui tutti hanno valuto esserci. Compagni di studio, ex alunni, avvocati di quando ha vestito il ruolo di giudice di pace, ma soprattutto cittadini grati di quanto ha fatto per Castellammare. Una folla per salutare lo stabiese che più di tanti altri ha amato la sua Castellammare. “L’innamorato della città e dei beni della città” lo racconta così nella sua omelia, il parroco che saluta a nome di tutti il professore, il giudice di pace, il ricercatore. I tanti volti dell’uomo che è andato via dopo una malattia di un anno, lasciando in eredità i suoi studi. “Ne godono quelli che verranno dopo, quelli che in ogni situazione di memoria dovranno fare ricorso alla sua sapienza”. Ma anche quanti lo vogliono ricordare per il suo sorriso mite, per l’assoluta assenza di litigiosità. “Lui cercava tra gli studiosi di Castellammare quello che univa, non quello che divideva” ricorda ancora don Michele nel silenzio generale. Il messaggio va anche ai presenti che vogliono raccogliere il testimone lasciato dal professore morto a 74 anni. “Lui aveva la capacità di vivere la propria passione e la propria ricerca al servizio della propria città. Quanto ha dato da bere, quanto sale”. Lì quanto dovrà essere raccolto. “Non c’è bisogno di dedicargli quello o quell’altro. C’è bisogno di riprendere il cammino facendo il meglio di noi stessi. Comincia tu ad essere propositivo, a fare una critica in meno. Quest’uomo ci lascia in eredità la voglia di vivere. Di non fermarci mai, anche dinanzi alle porte chiuse. Di fare sempre il massimo di quanto siamo capaci”. 


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

23-02-2017 16:27:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA